Jane Goodall, la donna che è diventata amica degli scimpanzé compie 90 anni

Li ha fatti conoscere meglio a tutto il mondo, spiegando l’importanza di difendere loro e le loro foreste

Sessant’anni fa, sull’importante rivista Nature, usciva un articolo che ha cambiato la nostra conoscenza delle scimmie. L’articolo spiegava che gli scimpanzé sono capaci di usare degli attrezzi, una competenza che fino a quel momento si pensava fosse tipica solo degli esseri umani.

A scriverlo era stata una scienziata, Jane Goodall, che da quel momento in poi diventò molto famosa, anche perché un’altra rivista celebre, National Geographic, pubblicò una copertina in cui si vedeva questa donna circondata dagli scimpanzé.

La fotografia, in un certo senso, raccontava quella che era la particolarità del lavoro di questa scienziata un po’ particolare: fino ad allora, infatti, nessuno aveva studiato le scimmie nel loro ambiente naturale, e fu lei una delle prime persone a farlo.

Ma sentite come è iniziata la carriera di questa scienziata: non dimentichiamo che, all’epoca (erano gli anni Cinquanta), per le donne era molto difficile fare certi mestieri. Lei iniziò, in un certo senso, per caso. Non aveva potuto fare l’università, e dopo le superiori lavorava come segretaria. Ma a 22 anni, un’amica la invitò ad andarla a trovare in Kenya, uno stato dell’Africa, dove l’amica aveva una fattoria. Goodall ha risparmiato per sei mesi, e poi è partita. Lì, ha conosciuto degli studiosi che le hanno offerto un lavoro nel museo di Storia naturale di Nairobi (capitale del Kenya), e di fatto da lì non è più tornata.

Il video è in inglese, ma potete mettere anche i sottotitoli in italiano! (vale davvero la pena di guardarlo, fidatevi)

Il curatore del museo studiava proprio sugli scimpanzé, nel tentativo di provare che esseri umani e scimpanzé avessero antenati in comune (ed è così effettivamente), e la coinvolse in questi studi, che la portarono nella foresta a caccia di scimpanzé.

Così, fece conoscenza di David Greybeard: fu lei a dare questo nome a uno scimpanzé che in un certo senso divenne suo amico, la fece entrare nel suo branco, permettendole di scoprire tante cose interessanti che inserì nel suo articolo di cui parlavamo in cima a questo testo.

Da lì, gli studi proseguirono (non senza una certa antipatia da parte dell’ambiente dell’università, che ovviamente scontava un po’ di gelosia, anche perché la signora era, appunto, una signora, e non era laureata), anche se a partire dagli anni Novanta pensò di dedicarsi non più all’attività scientifica, quanto a spiegare alla gente l’importanza di difendere gli animali e il loro ambiente, le foreste, le popolazioni povere che le abitano.

Oggi, Goodall compie novant’anni, ma continua a lavorare, andando in giro per il mondo per conferenze e raccolte fondi per continuare a difendere le scimmie e le loro foreste.

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