Vizzolo, al via gli scavi per la Tem

L’inverno prima o poi finirà: i cantieri Tem nel Sudmilano si preparano a sfruttare i mesi migliori per mettere qualche pedina in più in un cammino che nel complesso non appare travolgente, ma continua a nutrirsi giorno per giorno di segnali. Qualche strada sterrata in più, ruspe al lavoro all’orizzonte delle campagne. La mèta resta sempre il 2015, anno di Expo Milano in cui bisognerà presentare al mondo la capitale economica italiana senza cantieri a mezz’aria. Con l’occhio fisso al 2015 resta realistica la previsione di concludere entro il 2014 l’entrata in funzione dell’“arco Tem”, i dieci chilometri di raccordo anulare fra Melzo e la Brianza. A soffiare sul collo dell’arco Tem anche i movimenti in zona Brebemi: la Brebemi va avanti di 130 metri al giorno, ha dribblato anche il nodo avvelenato - in tutti i sensi- dei rifiuti industriali interrati a Cassano d’Adda, e due giorni fa ha messo in pancia altri 1,8 miliardi alla presenza del nuovo governatore regionale Roberto Maroni. Assai meno praticabile continua ad apparire, a chi vive fra Sudmilano e Alto Lodigiano, l’altra data cerchiata in rosso: giugno 2015 per l’intera tangenziale. Tutta l’autostrada da Cerro ad Agrate, più le opere locali. Mancano due anni e due mesi al cerchiolino.

In ogni caso una passeggiata sul “fronte Tem” ogni giorno rivela qualcosa di mutato rispetto a poco tempo prima. A Vizzolo Predabissi, ad esempio, sono cominciati i sondaggi archeologici nella distesa di fondi che arriva fino al confine con Sordio e segue la via Emilia. Qualche giorno fa l’area scavi non c’era ancora, con la settimana in corso anche fra Vizzolo e Sordio sono iniziate esattamente le stesse operazioni effettuate qualche mese fa a Cassino d’Alberi, dai cui terreni affiorò una fornace databile a circa trecento anni fa. Qualcuno osservando lo sbancamento ha pensato che fosse iniziata la costruzione del casello vizzolese (visto che qui ci sarà la prima barriera di ingresso del versante Tem sud), ma siamo assai più indietro. Finora dalle viscere di un’area che insiste proprio nel punto in cui divergono le traiettorie fra via Emilia antica e moderna, non è emerso nulla. Il proseguire dello studio dirà se c’è pane per appassionati di cose antiche (ed eventuale ostacolo a mettere i piloni autostradali).

Dall’altra partedel Lambro c’è il cantiere Tem di Riozzo, che è diventato ormai una mezza regione, con numerose strade di servizio ed accesso in mezzo alla campagna inzuppata e brulla. Anche qui di autostrada in senso proprio non si vede un metro di asfalto, ma la fase propedeutica appare a buon punto. A Riozzo si aspettano due cose. La prima è la posa dei piloni del viadotto a nord della discarica di Montebuono, sostanzialmente il ponte sul Lambro; la seconda l’abbattimento di metà del centro sportivo riozzese, che sta dove non dovrebbe ovvero sulla carreggiata della tangenziale in arrivo. Secondo comunicazioni date poche settimane fa al sindaco la demolizione dovrebbe cominciare in primavera, con la ricostruzione del centro sportivo completata l’anno prossimo.

Ieri sono arrivateprecisazioni dalla Provincia di Milano e dal gruppo di progetto ASam (partecipato a maggioranza provinciale), sulle voci insistenti che i soci di Milano Serravalle si stiano preparando ad un «bagno di realtà» nel loro esperimento di trovare compratori della società dalla quale dipende, a scatole cinesi, anche il gruppo Te, Tangenziali esterne.

Quello in corso è il secondo bando di gara europeo, aperto fino a luglio 2013. Il primo andò deserto: Provincia, comune di Milano e altri proprietari contavano di introitare 660 milioni di euro. Qualcuno comincia a pensare che se ne entreranno 500, sarà già molto. Ieri Carmen Zizza, direttore generale Asam, ha dichiarato che «nessun ribasso del prezzo è stato ancora deciso; i soci covenditori hanno condiviso l’opportunità di dar luogo ad una verifica del prezzo posto a base, alla luce del quadro attuale del mercato di riferimento». Infine la nuova presa di posizione di Massimo Gatti, consigliere provinciale di opposizione nonchè animatore dei presidi No Tem: «Maroni, precipitandosi dopo pochi giorni alla cerimonia Brebemi, insiste sull’errore delle autostrade inutili».

Emanuele Dolcini

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