Vaccini agli “ultra fragili”: falsa partenza in Lombardia

Hanno diritto ai più costosi Moderna o Pfizer ma non possono prenotarsi e non si sa neppure chi e dove li vaccinerà

Caos prenotazioni dei vaccini anti-Covid per i cosiddetti pazienti “ultra fragili”: sul portale di Regione Lombardia non è stato possibile iscrivere i malati cronici con patologie gravi. Ieri, lunedì, giorno in cui avrebbe dovuto iniziare il turno delle iscrizioni per i cittadini a rischio, dal Sudmilano si sono alzate numerose segnalazioni amareggiate da parte di parenti di soggetti anziani (al di sotto di 80 anni) che rientravano nella categoria per la quale, stando alle informazioni diffuse, sarebbe prevista l’inoculazione dei vaccini Pfizer o Moderna, non essendo compatibile per loro l’utilizzo dell’AstraZeneca (peraltro sospeso temporaneamente dall’Aifa proprio da lunedì).

Da ulteriori approfondimenti - condotti contattando l’apposito numero verde che la Regione ha messo a disposizione per la campagna vaccinale - è arrivata conferma che non è ancora operativa la piattaforma. E in effetti sull’apposito sito, l’unico per il momento in funzione per privati e farmacie, è possibile solo mettere in lista gli anziani nati dal 1941 in poi, ma non si parla di “ultra fragili”. Resta anche un interrogativo aperto riguardo chi debba stabilire quali patologie croniche, e soprattutto con quale livello di gravità, rientrino nella fascia che, oltre a essere immunizzata in via prioritaria, dovrebbe essere sottoposta allo stesso vaccino che è stato utilizzato per i sanitari e per gli ultra 80enni.

Su Internet per il momento sono a disposizione degli specchietti, ma da qualche telefonata effettuata ieri ai medici di famiglia, che conoscono il quadro clinico dei propri assistiti, emerge che per il momento loro non sono stati in nessun modo coinvolti. Sempre nella giornata di ieri è circolata notizia che le segnalazioni a Regione Lombardia dovrebbero essere effettuate dai centri dove sono in cura i pazienti in questione - ovvero diabetici, cardiopatici gravi, affetti da patologie ematologiche, oncologici, dializzati e altri ancora -, ma gli operatori di alcune strutture specializzate del Milanese hanno risposto di non aver ricevuto alcuna indicazione in proposito.

Rimarrebbe inoltre l’incognita legata a quei pazienti che sono in cura da professionisti privati da cui si recano periodicamente per effettuare i controlli. Si tratta di cittadini che convivono con malattie confermate anche dai farmaci che assumono in modo continuativo su prescrizione medica: gli specialisti che li seguono non saprebbero probabilmente a chi segnalare la loro situazione. Se dunque in altre regioni d’Italia ieri si è messo in moto l’ingranaggio per consentire agli “ultra fragili” di sottoporsi a vaccinazione, ai lombardi non resta che attendere la diffusione di una comunicazione ufficiale che faccia chiarezza sui quesiti aperti.

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