Una pioggia di fango nel sottopasso ciclopedonale

Poche decine di metri, sotto la nuova tangenzialina, per rompere l’isolamento della via Giussana.

A questo dovrebbe servire il nuovo sottopasso ciclopedonale di Zelo se solo potesse essere utilizzato. Già, perché a opera praticamente ultimata, ci si è accorti di un piccolo problema: quando piove il tunnel si allaga. Un aspetto che potrebbe far slittare la consegna del manufatto realizzato nell’ambito dei lavori Tem, ossia in capo alla società Te (Tangenziale esterna), che dovrà mettere a disposizione una pista accessibile e fruibile. Come? Le soluzioni possono essere diverse, ma la più semplice consiste nella predisposizione di una stazione di sollevamento. In parole semplici, si tratta di un sistema di pompe elettriche che, alimentate, terrebbero asciutto il passaggio.

È la richiesta che è stata avanzata anche dal Comune di Zelo, che già a gennaio avevo messo in evidenza alcune criticità nella progettazione del sottopasso. Gli allagamenti registrati con le piogge di febbraio hanno reso tutto più evidente. Ecco perché l’amministrazione zelasca è tornata alla carica per ottenere immediate correzioni in corso d’opera, meglio specificate in un’istanza inviata all’attenzione di Consorzio costruttori Tem e società Te. «Per la verità gli accorgimenti che abbiamo richiesto non consistono solo nella collocazione di una stazione di sollevamento per evitare l’allagamento del sottopasso – sottolinea il consigliere delegato Sergio Groppaldi -. Abbiamo fatto presente anche la situazione tecnica di una superficie in terra battuta e di una struttura che non è illuminata. In sostanza abbiamo chiesto di asfaltare il passaggio e di predisporre i punti luce».

La risposta è arrivata solo pochi giorni fa. E se per il sistema di drenaggio dell’acqua si interverrà, così non sarà invece per la superficie e l’illuminazione. Il perché è presto detto: il progetto era stato presentato all’ente e non erano state fatte eccezioni. Gli accordi erano per un manufatto in “stabilizzato” (terra battuta) e senza illuminazione, anche se per quest’ultima i costruttori si sono presi l’onere della posa dei cavidotti per alimentare i pali della luce (che non saranno posati). C’è da dire che originariamente non era previsto nemmeno il sottopasso, un’opera da 30mila euro che il Comune è riuscito a strappare a Tem dopo vari incontri avvenuti a Milano. Qui ci sarebbe dovuto essere solo uno “scatolato”, in pratica un tubo di cemento, che in futuro avrebbe eventualmente consentito di realizzare il sottopassaggio ciclopedonale.

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