Una giornata per “celebrare” le cicogne

Misteri e curiosità su questi grandi uccelli migratori che hanno ormai scelto il Lodigiano e il Sudmilano come loro habitat naturale in tutte le stagioni

Misteri chiariti e altri ancora no per il “Cico Day” di Cerro al Lambro, la Giornata nazionale delle cicogne organizzata in Lombardia solo nel comune del melegnanese. Domenica molti sono arrivati muniti di obiettivi, binocoli e cannocchiali, tutti puntati sulla cima del campanile della parrocchia dei Santi Giacomo e Cristoforo.

Perché i grandi volatili migratori hanno scelto proprio Cerro? Da dove arrivano? Che abitudini hanno? A questi interrogativi hanno risposto gli esperti ornitologi della Lipu di Lodi e Milano, che ha organizzato la giornata assieme all’amministrazione comunale. Cerro al Lambro si è trovato a essere inaspettatamente un “santuario” della cicogna bianca nel 2011, senza che nessuno si immaginasse nulla, a causa della probabile migrazione delle coppie nidificanti nelle oasi protette di Castiglione d’Adda, Sant’Alessio con Vialone e San Pietro Cusico-Zibido San Giacomo. Le cicogne cerresi provengono quindi con un buon margine di certezza da queste tre isole: la zona interna dell’areale viene progressivamente colonizzata. Nell’ultimo anno i lunghi becchi sui campanili (o su altre costruzioni elevate) sono comparsi a Valera Fratta, Senna Lodigiana, Salerano al Lambro e - ultima novità- Mulazzano, in cima all’acquedotto.

«Ma non possiamo escludere che alcune famiglie arrivino direttamente dalla Tunisia, dove il ripopolamento sta diventando importante», aggiungono gli esperti della Lipu. Quanti campanili possono essere “colonizzati”? Una domanda difficile perché non si sa con precisione quale sia la densità sopportabile della stessa specie. «Non esiste uno studio moderno sull’area necessaria alla biologia di questi animali - hanno evidenziato i responsabili Lipu Anna Canzoneri e Pierfrancesco Coruzzi - stiamo cercando di farlo noi proprio qui, a Cerro, utilizzando come campione questa esperienza». In tempi storici nella Bassa milanese le cicogne pullulavano: si tramanda che fino a metà del Cinquecento il campanile dell’abbazia di Chiaravalle Milanese ospitasse la bellezza di 65 cicogne bianche e venti nidi. Dopo un lungo allontanamento dalla pianura padana la specie è tornata non solo per la reintroduzione guidata dall’uomo, ma parzialmente per cause naturali legate al carattere più ecosostenibile delle tecniche agricole. Tutto questo ha disegnato uno scenario più favorevole almeno per la cicogna bianca, visto che quella nera è veramente “uccel di bosco”, o meglio di palude, e nidifica solo nel sud Italia.

La riproduzione di simili volatili è, prevedibilmente, piuttosto faticosa: nel 2011 dalla coppia nidificante a Cerro nacquero tre “pulli”, l’anno dopo quattro, quest’anno uno solo perché fino a maggio inoltrato da mangiare nei campi c’era proprio poco. Nel pomeriggio sono stati premiati i bambini di tutte le classi locali, dalla prima elementare alla terza secondaria, che hanno partecipato a un maxiconcorso in tema di foto, disegni e poesia. La vincitrice assoluta è Chiara D’Astolfo, 14 anni, che frequenta la terza media.

Emanuele Dolcini

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