Un canto partigiano celebra il trionfo

Una vittoria in stile “ariete” per Alessandro Lorenzano. E non è solo una metafora. Verso le 17, quando per essere pignoli mancano al conteggio ancora quattro sezioni, in fondo a via De Nicola si comincia a udire un misterioso coro “O bella Ciao”. Poi appare un gruppo di persone che risale a falcate la via del comune agitando bandiere del Pd, dell’Italia dei Valori e dell’Unione di Centro: la coalizione del nuovo primo cittadino. Praticamente si fanno aprire il municipio di forza continuando a intonare l’inno. «Largo al nuovo sindaco!», è l’urlo generale e scherzoso al personale in servizio dentro. E il giovane capolista democratico prende contatto con quella che sarà la sua seconda casa fino al 2016 così: “issato”, come spinto da un’onda. Riconquistare il municipio perso non con il voto precedente, ma con il pasticcio uscito a novembre, non è un termine eccessivo di fronte ad una scena che ricorda in buono certi assedi medievali. E così, dopo una sola ora e mezza di dati in arrivo dai seggi, ogni suspance sul domani politico di San Giuliano si dissolve. Il pomeriggio è di gloria, tanto più in barba alle cabale che davano il cambiamento storico pronto ad uscire sulla ruota della “città rossa”. Niente cabale: solo l’astensionismo a fissarsi sul tabellone con la sua enigmatica e problematica realtà, per tutti. Ma chi ha votato ha espresso pochi dubbi. Sei sezioni scrutinate su 36, alle 15.40, mezz’ora dopo la chiusura dei verbali di sezione. Tutti additano l’affluenza relativamente bassa: 58, 68 per cento. La legge dell’elettore di centrosinistra più ligio al civico dovere aleggia nelle previsioni e si comincia a materializzare nelle cifre: Lorenzano 55,4, Broccanello 44,6. Da lì in poi la forbice si muoverà veramente poco, per un testa a testa che di fatto non c’è mai stato. Di fronte al maxischermo ci sono un paio di attivisti Pdl che si attaccano a una speranza: che siano in arrivo solo gli esiti dai “feudi” del portacolori di Democratici e alleati. Ma non ci credono. Il copione, passano i minuti, resta inchiodato agli opposti pacchetti di voti. Quindici sezioni su 36: 54,9 a 45,3. Venti sezioni: idem. Ventisei: 54,7 a 45,2. Sono oscillazioni millesimali. In sala consiliare l’affluenza di cittadini curiosi resta modesta, essendo anche lunedi e andando velocissimo lo spoglio. Nessuno del Pd ancora. Di Marco Toni o Lega Nord neanche l’ombra. C’è invece qualcuno della Pdl che gironzola davanti a dati implacabili. Emanuele Patti ad esempio, meditabondo: «Io sono soddisfatto del risultato personale e continuerò le mie battaglie per la rigorosa qualità dei servizi, della scuola, delle manutenzioni. La città? É fatta così. Mi spiace che comunque abbia votato chi ha alzato per primo i costi delle mense, del prescuola eccetera». Fa un caldo micidiale fuori, ma non spegne l’entusiasmo di chi deve legittimamente festeggiare a questo punto. Alle 17 si ode il canto “partigiano”. Lorenzano è sindaco.

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