Tre furti nelle chiese e in oratorio a San Giuliano, la denuncia del prevosto don Violoni

«Fatti che amareggiano, si offende lo spirito generoso dei fedeli»

Si sono intrufolati nell’oratorio della parrocchia di Zivido sbattendo per terra una vetrata per accaparrarsi il cassetto del registratore di cassa del bar: il furto, che risale alla notte tra sabato e domenica, rappresenta la terza incursione avvenuta nell’arco di circa un mese a danno degli spazi parrocchiali di San Giuliano.

Nel caso specifico, una volta all’interno del punto ristoro del luogo di aggregazione, i soliti ignoti hanno saccheggiato anche del cibo che hanno trovato a portata di mano, mentre altre derrate le hanno consumate sul posto dove qualcuno, nella fretta di mettere le mani sui soldi, circa 150 euro, si è anche ferito, come dimostra il sangue che è stato trovato in giro. Il fenomeno non è isolato. I raid sono iniziati nella notte di Capodanno in cui dalla chiesa di San Giuliano Martire è sparita la cassetta con le buste delle offerte natalizie dei parrocchiani per un importo stimato intorno ai 500 euro. Dal momento che non stati rilevati segni di effrazione, c’è l’ipotesi che gli autori del furto si siano nascosti al momento della chiusura della chiesa e abbiamo poi agito indisturbati.

A seguire, nella notte tra il 10 e l’11 di gennaio è stato registrato un altro tentato colpo: presso la porta della chiesa della frazione di Borgolombardo gli intrusi hanno manomesso i vetri, inoltre hanno scassinato la porta laterale e hanno anche provato ad entrare nell’auditorium, ma non ci sono riusciti. Pertanto il manipolo di malintenzionati si è lasciato alle spalle solo numerosi danneggiamenti, ma non ha portato via niente in quanto ha dovuto desistere, forse allertato da qualche rumore che lo ha messo in fuga. Mostrandosi preoccupato per il susseguirsi di episodi, il prevosto don Luca Violoni commenta: «Si tratta di fatti che amareggiano molto in quanto accanirsi sui luoghi sacri significa offendere nel profondo lo spirito generoso che anima tutti i fedeli che con le proprie offerte caritatevoli, frutto di rinunce, forniscono un contributo alle attività della comunità parrocchiale».

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