Tre anni fa moriva Andrea De Nando

A tre anni dalla scomparsa del 15enne

Andrea De Nando,

il ricordo della

mamma Elisabetta

«Nella vita non si sa mai quanto tempo si abbia a disposizione. La tragedia che mi ha colpito mi ha insegnato a non aspettare». Con queste parole, cariche di dolore, Elisabetta Cipollone ha rielaborato il dramma che l’ha colpita tre anni fa. Ricorre infatti oggi, 29 gennaio 2014, l’anniversario di morte di suo figlio, Andrea De Nando, giovane 15enne che è stato tragicamente strappato alla vita, travolto da un’automobile mentre usciva dalla parrocchia Sacra Famiglia di Peschiera Borromeo. «Quel giorno - ricorda la mamma - Andrea e Cristian (suo fratello gemello, ndr) sarebbero dovuti rincasare presto perché verso sera avrebbero trasmesso in televisione una partita. Da grandi appassionati di calcio - continua -, avevano deciso che l’avrebbero guardata in compagnia del loro papà mentre io, considerata l’occasione, avrei cucinato loro patatine e hamburger».

I programmi però di quello che si prospettava come un allegro pomeriggio vennero stravolti, funestati dalla morte improvvisa di Andrea. Probabilmente l’ultimo momento in cui la famiglia De Nando ha assaporato un boccone di felicità. Perché con un lutto di tale gravità non si torna mai a sorridere come prima. Non si può. Non quando il dolore ti trafigge da parte a parte. «Avevo il terrore di impazzire - rivela -. Mi sono trovata impreparata a gestire una sofferenza immane». Sull’orlo dell’oblio, straziata d’altronde dal dispiacere, la signora Elisabetta ha perso di vista qualsiasi cosa, abbandonando anche il posto di lavoro in una multinazionale. «Ripensando a quel periodo, mi sento tremendamente in colpa con Cristian - prosegue -. Quando lui aveva tanto bisogno di me, io non ci sono stata benché lo amassi intensamente. Il trascorrere del tempo e tanto impegno reciproco ci ha fatti poi riavvicinare». Oltre a un grande vuoto Andrea ha lasciato al mondo un’eredità estremamente importante: sulle pagine del proprio diario aveva espresso il desiderio di aiutare le popolazioni dell’Africa. Alla lettura del “testamento” mamma Elisabetta, allora, ha radunato le forze e con una tenacia oltremisura ha portato a compimento il suo pensiero. In tre anni, grazie al supporto di molti amici e del Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo), sono stati completati 7 pozzi per l’estrazione di acqua potabile in Etiopia e, adesso, si stanno raccogliendo fondi per l’ottavo. «Nei miei progetti sussiste anche l’intenzione di finanziare un pozzo con le sole forze economiche della nostra famiglia, come regalo ad Andrea». Inoltre, Elisabetta Cipollone tiene incontri volti alla sensibilizzazione della sicurezza sulle strade e per l’introduzione del reato di omicidio stradale. Ma c’è qualcos’altro, forse più significativo, che la mamma di Andrea vuole tramandare: «Mi sono persa tantissima vita di mio figlio, magari per stirare o per pulire la casa - spiega -. Per me adesso è tardi ma vorrei che le altre persone non commettano il mio stesso errore. Prendetevi il tempo che serve per vivere i vostri cari e se volete bene a qualcuno non temporeggiate, diteglielo e basta».

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