TERREMOTO IN TURCHIA Da Melegnano a Gaziantep: «La mia famiglia tra le macerie»

Il ristoratore Hayri Guzelkaya in lacrime per la sua terra. La comunità locale pronta a spedire cibo e generi di prima necessità

«Dopo il violentissimo terremoto dei giorni scorsi, i palazzi sono sventrati e le strade “tagliate”, la mia famiglia è sfollata e costretta a vivere in macchina».

Titolare a Melegnano del kebab “Istanbul” a metà di via Dezza nel cuore del quartiere Borgo, il 45enne di origini turche Hayri Guzelkaya racconta così il dramma dei parenti vittime del terribile sisma nel sud-est del Paese. «Mio fratello vive con la famiglia a Gaziantep ad una cinquantina di chilometri dal confine siriano, tra i centri maggiormente colpiti - ha affermato sconvolto ieri mattina -. Adesso manca anche l’elettricità, non è neppure semplice sentirli, la situazione è davvero tragica: come il resto della popolazione, mio fratello con la moglie e i figli sono stati sfollati perché le case sono in gran parte distrutte e c’è pure il rischio di nuove scosse ancora più potenti».

Come riportato da diversi media, proprio a Gaziantep è crollato l’antico castello di epoca romana costruito tra il II e III secolo sulla sommità di una collina, tra le immagini simbolo del tremendo terremoto che ha sconvolto il mondo e causato oltre 6mila vittime in terra turca. «Certo che ricordo il castello, ci andavo sempre, anch’io sono nato nelle vicinanze di Gaziantep - continua commosso Hayri -. Mi sono trasferito in Italia ormai 15 anni fa, i miei figli frequentano le scuole a Melegnano, dove tutti mi hanno accolto con grande calore: ma il mio cuore è rimasto in Turchia, dove vivono tuttora i miei genitori, anch’essi vittime del drammatico sisma di questi giorni. Da quanto sappiamo hanno dovuto lasciare la propria abitazione, come pure i bambini e gli anziani del paese, che si trovano a fare i conti con una situazione sempre più terribile».

Il 31enne nipote Ali gestisce invece il kebab “Istanbul Turkish” in viale Predabissi a pochi metri da piazza IV Novembre. «I palazzi sono sventrati e le strade letteralmente “tagliate”, le immagini dalla Turchia sono tremende - ha confermato attonito nella tarda mattinata di ieri -. Come ha detto lo zio Hayri, mio padre con la mamma, i fratelli e tutti i familiari sono costretti a dormire in auto: la nostra casa è in gran parte distrutta, ma c’è anche il pericolo di nuove scosse. È veramente una tragedia immensa, anche le comunicazioni con la Turchia sono complesse, da qui possiamo fare ben poco: già in questi giorni cercheremo di inviare cibo e generi di prima necessità, che possano in qualche modo aiutare i nostri cari ad affrontare una situazione tanto drammatica».

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