Strage di gelsi tra paullo e tribiano

Dopo la scorpacciata primaverile, l’ ifantria cunea, a tutti nota come «gatta pelosa», torna all’attacco. L’invasione dei bruchi ha ridotto a scheletri varie piante di gelso nel parco agricolo Sud, tra i comuni di Mediglia, Paullo e Tribiano. «La situazione è molto grave - spiega Silvano Paterlini di Cittadinanza Attiva -: a Mediglia sulla strada per San Martino Olearo si vedono alberi spogli, così pure nel cuneo di campagna tra Tribiano e Paullo. Uno scenario desolante. Ci sono tantissime piante attaccate, soprattutto gelsi, i più appetiti alle larve». Il lepidottero non è pericoloso per l’uomo, ma molto per le latifoglie. Pur avendo un aspetto somigliante alla processionaria del pino, questo bruco di colore verde (quando diventa farfalla è bianca o punteggiata di nero) va combattuto solo per limitare l’infestazione delle piante. Ha una capacità riproduttiva straordinaria, concentrata nei periodi fecondi di fine aprile e dei primi di agosto. Le punte massime si registrano in estate, quando ogni femmina depone fino a 180 mila uova. Il bruco rappresenta un guaio anche per le coltivazioni di mais e soia. E come se non bastasse, sul territorio, si assiste anche alla moria degli olmi. Ma in questo caso le gatte pelose non c’entrano. Gli olmi vengono “soffocati” da un fungo. L’agente causale è il fungo Ophiostoma ulmi, la cui diffusione è facilitata da un coleottero del genere Scolytus o del genere Pteleobius che compie parte del proprio ciclo vitale nella corteccia degli olmi.

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