Per il futuro stadio dell’Inter resta in auge l’ipotesi di San Donato, anche se le valutazioni dei tecnici della squadra di Moratti sono concentrate pure sulla zona di Rho-Pero che dovrebbe ospitare l’Expo. Alternativa quest’ultima che rispetto all’ipotesi del San Francesco significherebbe un dilatarsi della tempistica per fare andare importo il cospicuo investimento su cui rimangono tutt’ora una serie di punti interrogativi aperti. Un cosa è certa: il vertice della società nei giorni scorsi ha dichiarato che lo «stadio si farà», con o senza partner cinesi. Certo, a distanza di mesi rispetto all’annuncio, che risale all’estate scorsa, in cui sembrava ormai definita la scelta di San Donato quale collocazione per il futuro impianto nerazzurro, qualche frenata c’è stata. A cominciare dai rapporti con il colosso di costruzioni China Railway Construction Corporation, che come è noto si sono oggettivamente raffreddati. Sebbene rimanga aperto comunque un margine di confronto con i potenziale investitori, Moratti ha già in ogni caso fatto sapere che non mancano ulteriori interessamenti da parte di altri gruppi, soprattutto provenenti dall’Oriente. Insomma, Inter continua a guardare a San Donato, ma non ha ancora scartato nemmeno quella che sembra l’unica altra ipotesi rimasta sul tappeto rispetto al ventaglio di alternative che si sono aggiunte nei mesi scorsi in una fase ancora tutta assorbita dalle riflessioni. Intanto sul fronte sandonatese dopo l’incontro che si è tenuto in dicembre tra il sindaco Andrea Checchi e i tecnici della squadra, il primo cittadino nei giorni scorsi ha spiegato di non aver avuto più contatti con i nerazzurri. Risale al mese scorso il primo confronto tra i partiti di maggioranza circa un progetto che, come hanno più volte sottolineato sindaco e assessori, per il momento Inter non ha ancora presentato. Ci sono delle bozze su cui è stata aperta una parentesi che, almeno per quanto concerne il fronte locale, deve ancora riempirsi di contenuti.
Giulia Cerboni
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