Spacciatori alla stazione di Borgolombardo, i pendolari non si arrendono

San Giuliano Milanese «Abbiamo mandato una e-mail a Rfi, non ha risposto»

San Giuliano Milanese

«Non ci arrenderemo di fronte al fatto che i ragazzi con la cartella in spalla mentre aspettano il treno presso la stazione di Borgolombardo si imbattano in spacciatori e consumatori di stupefacenti che attraverso la rete rotta fanno spola con Sesto Gallo»: il Comitato pendolari Sudmilano e Lodigiano, sul degrado con il quale i viaggiatori sono costretti a confrontarsi ogni giorno, si dice pronto a riprendere il pressing nei confronti degli enti preposti.

«Nelle scorse settimane abbiamo inviato una mail a Rfi security e non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta – segnala amareggiato il presidente della delegazione di pendolari Massimo Baldi -, ora abbiamo lanciato un altro appello per la stazione di San Zenone, dove la situazione è uguale a quella di Borgolombardo, ben consci del fatto che lo scenario presso la fermata di San Donato sul piano della sicurezza è anche peggio, e continueremo a tornare alla carica fino a quando non vedremo delle soluzioni concrete».

Secondo Baldi è fondamentale il ripristino delle recinzioni che dividono la zona dei binari dai comparti limitrofi. In modo tale da non lasciare vie di fuga a chi si muove con la droga in tasca in cerca di angoli appartati dove incontrare i propri clienti. «La recinzione lungo le fermate che si susseguono sui binari che collegano tra loro i comuni del Sudmilano – osserva -, sono piene di buchi e di dissesti in cui si intrufola chi vuole passare inosservato. E fino a quando non saranno effettuate le necessarie riparazioni - conclude -, questo preoccupante viavai andrà avanti».

Quanto avviene all’interno della fermata dei treni è documentato da cumuli di rifiuti dai quali spuntano siringhe, avanzi di cibo, bottiglie e segni di bivacchi. Il Comitato pendolari nel corso di un recente incontro che ha avuto con il sindaco Marco Segala ha anche chiesto il presidio della polizia locale nelle aree in prossimità della stazione. «Purtroppo – conclude Baldi -, noi possiamo solo lanciare appelli agli enti preposti nell’auspicio di essere prima o poi ascoltati. Ma se nessuno interverrà – sottolinea -, il rischio è che in futuro le stazioni, soprattutto in certi orari, diventino dei confini impraticabili».

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