Sogna di insegnare in Cina

La ragazza che sogna di diventare professoressa in Cina. È la storia della 25enne Eleonora Pellini, originaria di Secugnago ma ormai di casa a Melegnano dove abitano i nonni, che nei giorni scorsi si è laureata in scienze politiche proprio con una tesi sul grande Stato asiatico. Il prossimo giugno Eleonora partirà alla volta di Pechino, dove seguirà un corso di cinese. «Il mio sogno - racconta - è quello di diventare docente in Cina». Quello al via tra un mese sarà il terzo viaggio della 25enne nel Paese asiatico. «La passione per la Cina? È nata alle scuole superiori - spiega la giovane, che ha frequentato le medie alla Frisi in via Giardino e le superiori al Pacle in viale Predabissi - . Volevo conoscere una cultura totalmente nuova. E capii subito che lo Stato asiatico avrebbe fatto al caso mio». Fu così che nel 2008, a neppure 20 anni, la giovane partì per la Cina piena di entusiasmo. «Certo, all’inizio avevo un po’ di timore - ammette -. A Pechino trascorsi un mese e mezzo, durante il quale studiai la lingua in un’università statale. Fu un’esperienza indimenticabile, durante la quale seguii addirittura le Olimpiadi in presa diretta». Nello Stato asiatico, poi, Eleonora tornò nell’estate 2010. «Capii allora che quella per la Cina non sarebbe stata una passione temporanea - afferma Eleonora, che da un paio d’anni allo studio affianca l’insegnamento nelle scuole serali di Melegnano e San Donato -. E così, dopo aver concluso il percorso di lingue e letterature straniere all’università Cattolica di Milano, mi iscrissi a scienze politiche all’università di Pavia scegliendo di puntare l’attenzione sugli Stati dell’Africa e dell’Asia». Logico che ben presto l’interesse di Eleonora si concentrasse quasi esclusivamente sulle dinamiche geo-politiche dello Stato cinese, di cui studiò in particolare gli effetti provocati dal crescente dinamismo degli ultimi anni. Ne è prova la recente tesi di laurea che le è valsa la lode, a conclusione della quale la 25enne si interroga addirittura su una possibile guerra fredda tra l’America e la Cina. «È un’eventualità che escludo - è la sua convinzione dopo aver valutato una molteplicità di fattori -. Nonostante le tensioni apparenti, infatti, le due superpotenze hanno in comune una molteplicità di interessi. In Cina, poi, è in atto un cambiamento non di poco conto. La globalizzazione ha portato alla nascita di una nuova classe borghese, mentre di recente diversi villaggi non hanno mancato di far sentire la loro voce. Siamo insomma in una fase di transizione, che potrebbe portare al riconoscimento di maggiori diritti. E chissà - ribadisce Eleonora Pellini in conclusione - che non possa vivere in presa diretta mutamenti tanto importanti per il mondo intero».

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