Scheletro nel Lambro, oggi l’autopsia

Sarà effettuata oggi dal medico legale Francesca Brandolini dell’Università di Pavia l’autopsia sulla salma trovata sabato pomeriggio in riva al Lambro a San Giuliano Milanese, tra cascina Santa Brera e Rocca Brivio. I carabinieri della tenenza di San Giuliano Milanese e della compagnia di San Donato, sotto il coordinamento del pm di Lodi Gianpaolo Melchionna, stanno raccogliendo denunce e segnalazioni riguardo a scomparsi o ipotesi di suicidi lungo il fiume. Solamente oggi sarà disponibile un’ipotesi più accurata riguardo alla datazione della morte, ma diversi elementi, a partire dal fenomeno di saponificazione dei tessuti, portano a ipotizzare un decesso avvenuto molti mesi addietro, con una lunga permanenza in acqua.

E questo ha portato già a escludere collegamenti a una segnalazione di scomparsa registrata circa un mese fa. Ma prima che si pronunci il medico legale non sarà nemmeno possibile avere certezze sul sesso della vittima. Sono stati però rinvenuti brandelli di abiti, che sarà possibile recuperare e quindi sottoporre ad analisi per risalire al colore e al tipo di filato.

La prima domanda però che gli inquirenti pongono al perito riguarda le cause della morte: traumatica, compatibile con un incidente o una caduta dall’alto, oppure dovuta a un’arma, o, ancora, annegamento? Non si esclude la mappatura del dna, per poter ripetere, come già avvenuto in altre circostanze, il confronto con campioni dei genitori di persone di cui si sono perse le tracce.

La salma, avvistata da un volontario che portava a passeggio un cane, si trovava in una zona dell’alveo che è sottoposta a periodiche esondazioni: è quindi probabile che le piogge della scorsa settimana avessero smosso il cadavere da un punto in cui era rimasto bloccato sott’acqua e l’abbiano quindi adagiato dove è stato avvistato. Il fiume arriva da Milano, e prima di Melegnano riceve anche le acque dell’Idroscalo, quelle del depuratore di Peschiera Borromeo e dell’Addetta: la fascia di territorio in cui il corpo può essere finito in acqua è quindi vasto, dato che le piene possono averlo trasportato anche per decine di chilometri.

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