San Zenone accoglie altri 30 profughi

Gli immigrati indiani, pakistani e africani sono all’Ambra Hotel

Dalla Libia fino a San Zenone al Lambro, al confine tra Lodigiano e Milanese, per sfuggire alla guerra e alla morte. In trenta hanno attraccato a Lampedusa. In precedenza avevano versato 1.300 euro per quattro giorni di viaggio dal golfo della Sirte, su carrette del mare come in scatole di sardine. Senza cellulari e privi di soldi, solo un piccolo bagaglio con lo stretto indispensabile. Profughi, di nazionalità prevalentemente pakistana (altri 6 arrivano dal Bangladesh, ci sono poi un indiano e quattro africani, uno del Gabon e tre Ghana), che mercoledì hanno trovato rifugio all’Ambra Hotel di Carlo Omini, a San Zenone. Hanno ottenuto un posto dove vivere - anche se non si sa ancora per quanto tempo - per rifocillarsi e pensare a come rifarsi una vita. Tutti con la loro breve o lunga storia personale che si sono dovuti lasciare alle spalle. Per forza dovevano farlo.

«Abbiamo dovuto imbarcarci, siamo stati costretti, altrimenti le milizie di Gheddafi ci avrebbero uccisi, l’alternativa era scappare o morire - dice un pakistano, che sorregge un amico malmesso sulle gambe -. Abbiamo versato 1.300 euro agli scafisti e siamo scappati. I nostri beni, gli unici che avevamo, ce li hanno rubati». Tutti lavoravano. Erano andati in Libia per fare gli autisti o i muratori. E hanno scelto di salpare per l’Italia, pur non avendo qui nessuno, nemmeno un parente pronto a prenderli con sé, ma consapevoli di trovare nel Belpaese una consistente comunità proveniente dal subcontinente indiano e ben inserita soprattutto nei paesi a vocazione agricola.

Ognuno ha ricevuto i documenti per la regolarizzazione in Italia. E, hanno anche cominciato ad uscire dall’albergo per conoscere San Zenone. «Ci siamo trovati bene - raccontano -, ci hanno accolto bene. Abbiamo mangiato e ci siamo riposati e quindi ringraziamo l’albergo che ci ha dato ospitalità». E d’altronde loro si sono comportati bene, tenendo in ordine le camere e rispettando le regole che vi sono.

«Sono quasi tutti giovani, molto educati - commenta Omini, che li ospita nel suo hotel -: sono puliti, sparecchiano da soli quando sono a tavola, mi hanno fatto una buona impressione. Diciamo che gli ho dato delle indicazioni, come per esempio evitare di uscire in gruppi troppo folti. Non so ancora quanto rimarranno da me».

L’Ambra Hotel ha risposto all’appello di Federalberghi e della Prefettura di Milano per trovare opportune sistemazioni ai gruppi di profughi. Finora Omini ha ospitato 83 profughi tra San Zenone e Lodi Vecchio. Ventitré africani, tutti maschi, sono partiti lunedì dall’Ambra Hotel verso Trento e mercoledì ne sono arrivati altri trenta. Dodici invece sono giunti ieri a Segrate, dove i carabinieri sono dovuti intervenire per fotosegnalarli.

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