
(Foto di Polizia di Stato)
RAPINATO IN TRENO Faccia a faccia tra l’americano ferito al collo e uno dei due indiziati «ma erano in tre»
Faccia a faccia per l’incidente probatorio davanti al Gip di Lodi tra l’insegnante di religione di 29 anni di New York e A.A., e uno dei due tunisini di poco più di vent’anni, fratelli tra loro, fermati nei giorni scorsi dalla polizia ferroviaria in stazione a Busto Arsizio perché pesantemente indiziati di averlo ferito al collo con un coltello dalla lama di più di 10 centimetri nella mattinata di martedì 15 luglio su un treno partito dalla stazione di Melegnano e diretto a Milano Bovisa. La vittima, che è ancora sottoposta a cure mediche a causa di un coagulo sanguigno e presenta una lunga cicatrice alla gola, ricorda che a Melegnano, mentre aspettava la partenza del treno, tre giovani nordafricani lo tenevano d’occhio ed erano poi saliti con lui sul convoglio, due sedendosi davanti e l’altro alle sue spalle. Poco prima della fermata di San Giuliano i due gli sarebbero balzati addosso e uno di loro, tenendogli la lama appoggiata al collo, gli avrebbe strappato una collanina d’oro a 14 carati su cui erano infilati un crocifisso e un cornetto, quindi, lasciandolo a terra sanguinante (per la lesione a una vena) i tre sarebbero scesi assieme dal treno. A.A., assistito dagli avvocati Cristina Cantagallo e Monica Fiorentini, sostiene di non essere l’autore materiale dello strappo della collanina e del ferimento del turista, che sarebbe stato accidentale a suo dire e dovuto alla resistenza della vittima. L’altro fermato non ha partecipato all’incidente probatorio perché è stato ricoverato in quanto una radiografia ha evidenziato che ha ingoiato collanina e crocefisso per evitare che venissero sequestrati o che comunque potessero collegarlo alla sanguinosa rapina. Il cornetto è stato invece recuperato dalla polizia nel corso delle indagini, assieme a un coltello.
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