San Giuliano: Genia rimborsa 6 milioni di euro ma ne servono altri trenta

Mentre sono stati notificati dalla procura della Repubblica di Lodi gli avvisi di fine indagini per una delle controllate del gruppo, Genia Energia, e sembrano in dirittura d’arrivo anche le indagini sul crack della capogruppo Genia Spa, una buona notizia arriva per ora solo per i creditori privilegiati della società del Comune di San Giuliano Milanese fallita lo scorso anno: a fronte di uno stato passivo che fotografa a quota 36 milioni di euro l’esposizione della Spa, la società ha una liquidità di circa 6 milioni di euro, sufficienti per soddisfare al 100 per cento i creditori privilegiati. Tra i quali il fisco e i lavoratori.

Per il curatore Italo Bruno Vergallo di Milano, però, dopo questa fase, cui si è arrivati anche grazie a un’operazione di recupero crediti, se ne aprirà una più difficile: trovare altri 30 milioni per i creditori chirografari. Genia Spa ha un patrimonio immobiliare che era stato stimato 25 milioni di euro, qualche anno fa. Ora i prezzi del mercato immobiliare sono sicuramente più contratti. Ma nel calderone ci sono beni più o meno buoni: c’è la sede Genia, su cui Unicredit ha un’ipoteca per 3,9 milioni (un valore che probabilmente l’edificio non ha), c’è il terreno dell’ex centro natatorio, edificabile, oggetto di un’inchiesta della procura (poi archiviata) perché il Comune di San Giuliano ne aveva valorizzato la destinazione urbanistica. C’è il cinema Ariston, in cui qualcuno potrebbe decidere di investire (sia pure, ormai, con un gigantesco multisala alle porte della città).

Poi però ci sono quasi tutte le scuole di San Giuliano Milanese. Chi ha interesse a comperarle? Genia è in liquidazione e se ne deve disfare. A questo punto, o si fa avanti un privato e concorda un canone di affitto sopportabile con il Comune, oppure il Comune, che qualche anno fa le aveva cedute a Genia, se le ricomprerà con mutui. Ci sono poi le sedi decentrate di alcuni servizi comunali. E anche quasi tutti gli alloggi di edilizia economica - popolare. Per i quali gli inquilini hanno il diritto di prelazione. Ma raramente chi abita in questi contesti è propenso a sobbarcarsi un mutuo, con la prospettiva poi di dover rimanere per decenni ad abitare in situazioni non sempre da sogno. Più appetibili sul mercato, invece, sarebbero gli appartamenti del complesso “ex caserma dei carabinieri”, non affittati a canone agevolato.

Tutto quanto sarà ricavato verrà proporzionato ai 30 milioni che Genia deve ancora pagare e i creditori chirografari avranno ciascuno in base a quella proporzione. Secondo alcuni analisti, una situazione peggiore rispetto allo scenario di un piano di ristrutturazione del debito, che non andò in porto in almeno un paio di occasioni anche perché qualcuno inorridì all’ipotesi di dover vendere un centinaio di case popolari. Perché in quell’ipotesi anche i creditori privilegiati avrebbero rinunciato a parte delle spettanze: il debito quindi si sarebbe ridotto.Comunque vada, i sangiulianesi dovranno ancora mettere mano al portafogli.

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