San Giuliano, il capannone confiscato alla mafia diventa uno spazio per la solidarietà

Intervento da 140mila euro nell’edificio di via Bracciano a Sesto Ulteriano

Conto alla rovescia per l’avvio dei cantieri di riqualificazione del capannone di via Bracciano, confiscato alla mafia, che si prepara a diventare uno spazio dedicato alla solidarietà. Presso gli uffici del Comune si è infatti appena concluso l’iter di aggiudicazione dei lavori - per un valore intorno ai 140mila euro di cui il 50 per cento è stato finanziato da Regione Lombardia -, al fine di adeguare l’immobile alla funzione che sarà chiamato a svolgere. In particolare, non appena si sarà concluso il piano di restyling, l’obiettivo dell’amministrazione di Marco Segala è quello di pubblicare un bando per affidare la struttura ad un’associazione del territorio che necessita di uno spazio di stoccaggio. Guardando al mondo del no profit sangiulianese, un interesse si alzerà dal Banco della solidarietà che attualmente ha la sua maxi dispensa dedicata ai poveri del territorio, che comprende le celle frigorifero per le derrate deperibili, presso un magazzino di Zivido di proprietà privata che il sodalizio utilizza a seguito di un contratto di locazione. In attesa dei passaggi previsti, per il magazzino collocato nella frazione di Sesto Ulteriano si prospetta comunque un progetto “green”, dal momento che il piano che prenderà quota nel breve termine prevede anche l’installazione dei pannelli fotovoltaici che lo renderà autonomo sul piano energetico. Il sindaco Marco Segala commenta: «Questo progetto ha un particolare significato per tutta la collettività dal momento che si tratta di un altro immobile confiscato che è entrato a fare parte del patrimonio pubblico e che, una volta ammodernato, svolgerà una funzione sociale. Anche in questo caso - ricorda -, siamo riusciti ad ottenere un contributo da Regione Lombardia in quanto poniamo sempre grande attenzione ai bandi dove sono previsti dei finanziamenti che ci consentono di affrontare degli investimenti per la città». Un’altra struttura del Sudmilano che è appartenuta alla criminalità organizzata, diventerà così un nuovo punto di riferimento per la collettività.

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