SAN DONATO Servono 3 stadi per Milano? Dubbi anche nella metropoli

I nuovi impianti di Milan e Inter oltre al vecchio San Siro

Un progetto che inevitabilmente varca gli stretti confini comunali, e ad accendere ulteriori riflettori su un tema che «richiede attenzione, confronto e visione ampia» arriva l’iniziativa promossa dall’associazione LatoB di Milano che domani martedì 24 ottobre, a partire dalle 18,30, chiama a raccolta esperti, comitati e cittadini per parlare di «3 stadi per Milano?», incontro dedicato a idee e progetti in campo. Negli spazi di viale Pasubio 14, sede del Circolo LatoB, si parlerà del futuro di San Siro ma anche dei due prospettati stadi a San Donato e a Rozzano. A confrontarsi sul tema sollevato dall’associazione, che chiede «è davvero possibile che la città si trovi ad avere tre stadi diversi?», ci saranno Christian Novak, docente di urbanistica del Politecnico di Milano, e Lucia Tozzi, studiosa di politiche urbane e giornalista. Sul piatto, idee, perplessità e dubbi sulle discussioni in campo ormai da tempo: «da anni – spiegano i promotori – a Milano si discute del futuro di San Siro, ma quale è realmente la situazione? In campo ci sono state, e ci sono, varie ipotesi che toccano San Siro, Rozzano e San Donato, ma ci chiediamo quali scenari siano realmente realistici e se una città come Milano, e il suo hinterland, possa trovarsi a gestire simili impianti». L’incontro, che segue l’assemblea pubblica promossa qualche giorno fa negli spazi Arci di Chiaravalle, affronterà un tema che, fanno sapere dai comitati impegnati sul fronte no-stadio di San Donato, «non può essere affrontato guardando solo dentro i confini comunali. L’intera questione necessita visione ampia e valutazione corretta di quelle che potrebbero essere le conseguenze su un’ampia fetta di territorio».

Agli esperti chiamati al confronto verrà così chiesto di “indagare” proprio su quale impatto potrebbero avere su città e hinterland i progetti in campo e su quali iniziative le amministrazioni cittadine dovrebbero prevedere nel caso si decidesse di avviare quella che sarebbe una profonda trasformazione urbanistica.

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