San Donato: «Sarebbe bello se lo stadio fosse intitolato a Enrico Mattei»

I familiari del manager scomparso non si esprimono sull’opportunità dell’impianto ma vorebbero ricordare il pioniere degli idrocarburi italiani

«Non voglio fare polemica, né tanto meno ho l’intento di entrare in questioni che non mi competono, e confermo che con il sindaco ci siamo chiariti e confrontati serenamente, certo però che non posso non rilevare che, ancora una volta, il nome di Mattei diventa bandiera da sventolare, a sproposito, quando invece meriterebbe ben altra riflessione e comprensione». Ha scatenato un piccolo “incidente social”, trasformato in «opportunità di confronto e riflessione», il commento lasciato da Rosangela Mattei, nipote di Enrico Mattei, su una pagina che riportava l’intervista rilasciata dal sindaco di San Donato, Francesco Squeri, nella quale si diceva che l’ipotesi stadio “sarebbe piaciuta a Mattei“. Un passaggio, questo, che non è sfuggito alla “censura” della nipote, inarrestabile custode della memoria di «uno zio che tanto ha fatto per San Donato e per l’Italia intera, e che non merita di essere citato su questioni e posizioni che, a sessant’anni dalla sua scomparsa, certo non possono essergli attribuite». Il commento, inequivocabile, che la Mattei ha lasciato, «a mio zio piaceva andare a pesca non giocare a pallone», ha inevitabilmente scatenato discussioni e qualche polemica, ma Rosangela spiega che «non avevo nessun intento polemico, tanto più che ho sentito il sindaco, ci siamo confrontati e chiariti, e ci siamo anche detti che, qualora davvero lo stadio venisse realizzato, sarebbe bello che venisse intitolato a Enrico Mattei, un omaggio ad una figura che ha ancora tanto da insegnare al nostro Paese. Certo, resto perplessa per l’uso che, a sessant’anni dalla sua morte, si fa del suo nome, usato spesso a sproposito, ma resta il fatto che se di mio zio ancora si parla, significa davvero che la sua figura ha lasciato un segno importante». Segno che, rimarca Aroldo Curzi Mattei, figlio di Rosangela e presidente dell’associazione e del museo dedicati a Mattei, «più che slogan da usare, dovrebbe essere stimolo a conoscere e approfondire le ragioni che erano alla base delle scelte compiute. Mattei pensava a sviluppo e crescita in termini di benefici, e forse avrebbe anche potuto appoggiare l’idea di uno stadio, ma solo dopo aver ben valutato rischi e vantaggi».

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