SAN DONATO Dopo il blitz antispaccio c’è più sicurezza, ma i problemi sociali restano

Costeggiando i binari si trovano evidenti segni del consumo di droga

Una settimana dopo il blitz anti-spaccio delle forze di polizia al confine tra San Donato e Rogoredo, la città dell’Eni torna a respirare un clima di sicurezza. Almeno prova a farlo, perché i problemi restano, testimoniati dai luoghi di consumo di droga più appartati e dai rifiuti che hanno ricominciato a infestare le strade. Siamo tornati sul posto per verificare di persona cambiamenti e problematiche tuttora esistenti, parlando con i commercianti e con la gente, visitando la stazione ferroviaria, quella della M3, San Martino e il Rege Hotel. «È tutto più pulito - commentano i titolari della trattoria San Martino, che avevano segnalato l’emergenza sicurezza nel quartiere mesi fa -. Rispetto a prima sentiamo la vicinanza delle forze dell’ordine, che ci ascoltano. Abbiamo anche incontrato il comandante della polizia locale Ferdinando Longobardo, che si è dimostrato attento alle nostre esigenze e si è dato da fare».

Resta senza soluzione, invece, la questione della stazione ferroviaria di San Donato dove non si ferma il viavai dell’ancora numeroso popolo del “buco”. Qualcuno arriva in stazione in treno e raggiunge la campagna per acquistare la droga; altri si avventurano a piedi, attraversano i binari e la linea dell’alta velocità, per immettersi nel bosco (o quel che resta vista l’operazione di disboscamento ordinata per scacciare spacciatori e tossici).

Già al limitare dei binari si trovano i segni del consumo di droga: un armadio elettrico aperto e utilizzato come ripiano per preparare le dosi: probabilmente il simbolo più triste di questa situazione.

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