San Donato, il “buco” oltre la siepe: «È ripreso lo spaccio di eroina»

Denunce politiche e nuove segnalazioni dei pendolari per Rogoredo e altre aree

Un “vicino scomodo” la cui ombra non ha mai smesso di aleggiare sull’intero territorio, e torna periodicamente l’allarme sull’inarrestabile diffusione del fenomeno spaccio e tossicodipendenza. A riaccendere, ancora una volta, i riflettori su quello che nonostante gli interventi messi in campo nei mesi scorsi resta uno dei “punti dolenti” dell’intero Sudmilano, quel “boschetto di Rogoredo” le cui ramificazioni si spingono in profondità ben oltre i singoli confini comunali, è stato ancora una volta l’assessore regionale alla sicurezza, nonché consigliere comunale milanese, Riccardo De Corato che, prendendo spunto dall’ennesima segnalazione di pusher e consumatori “pizzicati” nella zona del famigerato boschetto di Rogoredo, punta il dito su interventi che considera “palliativi”. Secondo De Corato infatti «siamo alla stessa identica situazione di due anni fa. L’unico modo per mettere fine a degrado e spaccio nella zona sono le telecamere a raggi infrarossi, le recinzioni e presidi di polizia locale, polizia di stato o carabinieri».

Polemica in gran parte politica, che ricalca però preoccupazioni e segnalazioni che da tempo si rincorrono riguardo all’influenza che proprio la zona circostante la stazione ferroviaria, per anni simbolo di degrado e allarme sociale, tutt’ora avrebbe sul territorio sudmilanese. A preoccupare, e ad essere al centro di periodici allarmi rilanciati da più parti, è il degrado che contraddistingue le aree di passaggio vicine alle stazioni ferroviarie. Dopo il deciso e netto intervento sul “boschetto bis” di San Donato, le segnalazioni circa “migrazioni” lungo il percorso della linea ferroviaria si sono ripetute a più riprese, spingendo le forze dell’ordine a rafforzare controlli e interventi destinati ad arginare la diffusione del fenomeno. L’allarme è periodicamente rilanciato anche da chi si occupa di recupero e contrasto alle dipendenze, associazioni che in più occasioni hanno chiesto di non sottovalutare segnali e indizi circa la preoccupante ripresa di consumo e spaccio anche tra le generazioni più giovani.

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