San Donato, in 500 per Grillo

La serata da giacca a vento non ha raffreddato ieri sera a San Donato il popolo dei “grillini” e il loro profeta, arrivato in piazza della Pieve per lanciare l’obiettivo: «Due consiglieri comunali a maggio col Movimento Cinque Stelle, per aprire le porte del palazzo alla gente». L’incursione sandonatese del fustigatore dei politici italiani - che molti danno col vento in poppa dei sondaggi - ha radunato in una piazza dal sapore novembrino cinquecento persone. Il fondatore di Cinque Stelle arriva di persona, esattamente come nel 2009 e due anni dopo ha fatto nella vicina San Giuliano.

La folla in piazza a San Donato per Grillo

Con lui salgono sul palco Alessandra Salamina, la studentessa 26enne scelta per strappare la fascia tricolore, e più di venti candidati consiglieri che alzano per la prima volta nella città dell’Eni la bandiera a Cinque Stelle, costruita soprattutto via Internet. Poco prima delle 19 Grillo inizia a parlare, anzi ad urlare, e qualunque molecola di ciò che si può definire classe dirigente italiana viene travolta. «Noi» e «loro»: è tutto qui. Di qua l’italiano che stenta a riempire il frigorifero, piegato dall’Irpef, stroncato dall’Imu. Di là la casta, i filibustieri, i dinosauri: quelli installati dalla seconda (prima?) Repubblica nei fortini del potere. Grillo apre un sacco e dentro mette l’affarismo universale e trasversale. «Vi stanno condannando ad almeno dieci anni di povertà per immolarvi all’idolo del tasso di interesse sul debito - va giù duro - ma voi non avete fatto né il debito né il tasso di interesse. Il tasso di interesse lo decidono le banche, le cupole della finanza, che continuano a predicare la follìa del Pil, dello spread, del cemento su cemento e delle automobili».

È un fiume in piena il comico, fermato solo da un inviato delle Iene che fa un fuori programma sul palco e gli si avvicina. Lui scende dal palco dal retro dicendo «Lo lascio a voi» ma Angelo Duro lo segue.

«Continuano a chiederci di credere al cemento, costruiscono il doppio delle case che occorrono perché devono riciclare denaro, ottenere finanziamenti se non producono case, mandare avanti un ingranaggio folle. Basta!». Il pianeta è sull’orlo del baratro e l’Italia va in avanscoperta: «Vi dicono che i sacrifici risaneranno l’economia ma sono balle. Non basterebbe nemmeno se pagassimo il doppio delle tasse, se vivessimo una vita intera per pagare debiti. Con il doppio delle tasse ruberebbero il doppio, mentre continuano a comprare cacciabombardieri da un miliardo l’uno per fare la guerra all’Afghanistan».

Le senili figure del “palazzo” sbiadiscono in soprannomi ironici e torvi. Monti è «rigor Montis», Berlusconi «il nano scomparso».

In realtà non tutti fra gli assiepati sotto il palco sono d’accordo e si alza anche un cartello di dissenso con sopra scritto «perché dovrei votarvi?». «Dopo glielo spiego» replica un Grillo apparso in effetti più cupo e meno comico delle precedenti calate sudmilanesi.

«Dicono che siamo qualunquisti ma è perché ci ignorano, perché i giornali dei padroni eseguono le volontà di chi li finanzia coi miliardi».

Il leader (anomalo) del movimento tiene a far vedere di avere nell’arco qualcosa di più dell’indignazione facile: «Prima mossa: conquistare i comuni con liste di incensurati. È difficilissimo trovarli e già questo è miracoloso: a San Donato abbiamo 22 incensurati candidati».

Poi allude al gran rifiuto alle banche dell’Islanda: «Lassù hanno fatto un referendum e le banche le hanno cacciate via o le hanno rinazionalizzate, hanno detto “no, il vostro tasso di interesse noi non lo paghiamo”. Adesso stanno riscrivendo la Costituzione».

Un’Europa fustigata a suon di referendum popolari pare essere la via d’uscita. Intanto, si comincia da San Donato dove la prima «asticella» è posta a due consiglieri su 24.

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