
A Paullo si producevano le bibite che finivano sulle tavole del territorio, ma anche in tutti i bar e le locande. Non solo: l'amaro Ricevuti, conosciuto in Italia (con licenza della Repubblica di San Marino), era distillato dalla stessa azienda della famiglia Garofoli. Un vero e proprio simbolo della città fino agli anni Novanta, quando gli stabilimenti sono stati ceduti, l'impresa chiusa per la concorrenza delle grandi multinazionali. dei I Garofoli erano stati davvero un esempio unico nel Sudmilamo. Quarant'anni di storia intensa, iniziata nel dopoguerra dall'esperienza di Luigi, che al ritorno dalla guerra, aveva iniziato con il fratello a mettersi in proprio. «Andavano a Lodi a prendere il ghiaccio e lo distribuivano nel territorio - racconta il nipote Francesco -: grandi quantità che finivano nelle locande ed esercizi pubblici, o nelle ghiacciaie che sorgevano nei Comuni del circondario». Il primo approccio all'imprenditorialità è nato da qui. L'acquisto del camion, del capannone (il primo in via Milano, dove oggi invece c'è un palazzone), quindi dei macchinari. Ecco allora l'avventura della produzione delle acque gassate. «Facevamo tutto - ricorda Francesco Garofoli -: dalla sterilizzazione delle bottiglie al prodotto finito che poi veniva distribuito. Spuma, spuma nera che andavano per la maggiore nelle locande e soprattutto la famosa gassosa Garofoli».
Da Paullo si sono lanciate innovazioni come il seltz: negli stabilimenti si produceva una particolare acqua con tappo per l'effetto effervescente. Uno sviluppo tanto repentino da richiedere nuovi spazi. «Inizialmente avevamo il deposito a Bisnate - dice Francesco Garofoli - poi abbiamo concentrato a Paullo, in zona Cossaghetto. Ai tempi le grandi aziende si stavano iniziando ad affermare, c'era spazio ancora per l'iniziativa privata, ma cominciavano i primi accordi per la distribuzione. Al tempo stesso abbiamo aperto un altro ramo d'azienda, con la licenza della Ricevuti, per la produzione di liquori e distillati». Si produceva un po' di tutto, anice forte, grappa, la celebre "mandorlata" che andava in tutte le province ed era richiestissima. Tanto era il volume d'affari che, il business è stato suddiviso per la distribuzione con l'apertura di un punto “cremasco” a Pandino, mentre Paullo serviva il Lodigiano e il Sudmilano. «Finché non sono intercorse una serie di problematiche e l'azienda ha chiuso i battenti tra gli anni Ottanta e Novanta - racconta Francesco Garofoli -. Con orgoglio posso dire che abbiamo saldato tutti, senza lasciare un solo debito, mai volendo dichiarare fallimento che sarebbe stato molto più semplice».
Resta la gloria di un passato di una famiglia che ha dato lavoro a tanti paullesi e che si è fatta conoscere in tutto il territorio
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