Prostituta si ribella ai suoi aguzzini

Sugli sfruttatori, che gravitano nell’area milanese, sono in corso le indagini. Lei invece si trova in una comunità protetta, al sicuro da eventuali ritorsioni

Si è ribellata ai suoi aguzzini, permettendo ai carabinieri di rintracciarli e denunciarli. Ora si trova in una comunità protetta, al sicuro da possibili ritorsioni o vendette.

Una lucciola romena di 25 anni ha trovato nei giorni scorsi il coraggio di denunciare la sua situazione ai carabinieri.

Da due anni, ha raccontato, era costretta a prostituirsi, in particolare sulla Paullese fra Zelo, Spino e Dovera, ma anche sulle provinciali di Milano, Bergamo e Cremona. Era arrivata in Italia con il sogno di una vita migliore, ma da quel momento per lei era cominciato un vero e proprio incubo, che si ripeteva ogni giorno e ogni notte sui bordi delle strade.

Una situazione che purtroppo è comune anche ad altre ragazze arrivate dall’est con tante speranze ma che poi si sono “scontrate” con la dura realtà che gira attorno al mercato del sesso.

La ragazza, quindi, di 25 anni, è stata avvicinata da una pattuglia dei carabinieri di Crema nel corso di un servizio di controllo lungo la Paullese. Prima esitante, poi sempre più decisa, la ragazza ha deciso di denunciare i suoi sfruttatori. Grazie a lei i carabinieri sono riusciti a risalire a due romeni, anch’essi di circa 25 anni, senza fissa dimora, gravitanti nell’area metropolitana milanese. Entrambi sono già stati deferiti alla Procura della Repubblica di Crema in quanto ritenuti responsabili in concorso dei reati di favoreggiamento, induzione e sfruttamento della prostituzione. Ora è in corso l'attività istruttoria per l’accertamento delle loro effettive responsabilità penali.

La zona della Paullese, per il territorio del Sudmilano e del Cremasco, è quella maggiormente interessata dal fenomeno della prostituzione. Il nuovo assetto viario, dovuto all’ampliamento della carreggiata, ha spinto inoltre le donne ai margini della viabilità secondaria e quindi più vicine alle zone industriali e ai centri abitati. La vigilanza è costante, spiegano i carabinieri, e le risorse impiegate, insieme alle organizzazioni di volontariato e socio assistenziali, con interpreti, psicologi e strutture ricettive, hanno consentito la riduzione del danno e sempre più spesso forme di collaborazione che derivano dal rapporto fiduciario che in alcune circostanze si riesce ad instaurare.

I casi come quello della 25enne, che si ribella e denuncia i suoi aguzzini, sono rari. Gli sforzi dei carabinieri e degli altri enti impegnati in questa “battaglia” vanno però in questa direzione.

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