Pioggia di denaro sulla est esterna

Annuncio a palazzo Lombardia alla presenza di politici e operatori:

la tangenziale incasserà un miliardo e duecentomila euro, che

si sommeranno ai 910 milioni già disponibili

Qualcuno l’ha definito “miracolo (finanziario) a Milano”; qualcun altro “anno dei sogni che diventano realtà”. Forse le cose non stanno proprio così, comunque sotto l’albero di Natale e alle porte del 2014 la Tem, la nuova tangenziale di Milano, ingrana la quinta e la manterrà per sedici mesi, fino all’Expo 2015. L’annuncio che Tem inizia la volata e chiude il conto coi soldi - incassa cioè tutte le sorgenti finanziarie necessarie - è arrivato sabato 21 dicembre negli spazi di un palazzo Lombardia con parterre di politici d’eccezione. Oltre al governatore Roberto Maroni c’erano Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture e trasporti; Maurizio Del Tenno assessore regionale alla medesima competenza; Giovanni Gorno Tempini, amministratore delegato di Cassa depositi e prestiti con Romualdo Massa Bernucci, direttore della sezione italiana della Bei, la Banca europea degli investimenti. Inoltre Raffaello Berardi presidente di Tangenziali esterne con l’amministratore delegato Stefano Maullu; Paolo Pierantoni amministratore di Sias Spa-Gruppo Gavio e Vincenzo Pozzi di Cal, Concessioni autostradali lombarde. Tutti hanno annunciato quello che bolliva in pentola da diverse settimane, ovvero il reperimento di fondi per altri 1,2 miliardi di euro che si sommano ai 910 milioni già noti (330 di contributo del ministero delle Infrastrutture più 580 di capitale in proprio). La novità sotto l’albero è che altri 1,2 miliardi arrivano da tre nuove leve economiche. La Bei, la Banca europea degli investimenti, mette 475 milioni di euro; la Cassa depositi e prestiti altri 350: questi due primi soggetti sono definiti nel nuovo piano delle risorse finanziatori istituzionali. Un pool di otto banche aggiunge altri 375 milioni di euro erogati e gestiti. Il governatore Roberto Maroni ha parlato di «anno straordinario per le grandi opere lombarde», citando in sequela la firma del closing finanziario di Brebemi e poi di Tem, la realizzazione del primo pezzo di Pedemontana cioè la “tangenziale di Varese”; il nuovo ponte di San Benedetto Po distrutto dal sisma del 2012, e altro. Il ministro Maurizio Lupi ha rivendicato il fatto che il «sasso nello stagno» l’hanno tirato i 330 milioni di decreto del fare, «smuovendo tutto il resto del project financing». Secondo Raffaello Berardi, presidente del gruppo, «oggi ha vinto la buona politica» mentre Stefano Maullu ha insistito ancora sulla trasparenza dell’operazione Tem, che applica il monitoraggio in tempo reale anti-infiltrazioni criminali della piattaforma Genesis. Altre prefigurazioni di ciò che sarà il futuro della Lombardia (e del Lodigiano) con la Tem vanno lette fra le righe. Il presidente Berardi ha concluso il suo intervento parlando di «mandato a disposizione dei soci» e facendo capire quindi che il subbuglio finanziario dei mesi dall’estate in qua (quando il gruppo Gavio-Sias è diventato maggioranza) non potrà non tradursi in qualche cambio di poltrona. Paolo Pierantoni di Gavio-Sias ha precisato che «i primi tre-quattro anni dalla messa in esercizio dell’autostrada, quindi il periodo 2015-20, saranno decisivi per capire il suo utilizzo e le potenzialità di gettito in entrata. Secondo i nostri calcoli, i ricavi dovrebbero cominciare a superare gli investimenti nel 2024».

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