Paullo, cadavere affiora dalla Muzza

«Solamente l’autopsia potrà toglierci ogni dubbio»: dice così la figlia del settantenne di Settala trovato senza vita nella Muzza a Paullo. Il suo è lo stesso pensiero dei carabinieri di Paullo e della compagnia di San Donato Milanese e della procura della Repubblica di Lodi, perché Biagio Carrato, che avrebbe compiuto 70 anni proprio lunedì, originario della provincia di Salerno, non dava certo l’idea di uno che volesse togliersi la vita. Malato da diversi anni, e non in grado di fare lunghe camminate, sabato pomeriggio, alle 18, aveva mandato la moglie a comperare i pasticcini da offrire agli altri pazienti del turno di dialisi cui si sarebbe dovuto sottoporre a inizio settimana. Ma quando la donna è tornata, il marito in casa non c’era più. Alle 20, passato l’orario della cena alla quale il marito non era mai mancato, si è preoccupata, e ha telefonato alla figlia: «Il papà è lì da te?». Invece non c’era. E non ne sapeva nulla nemmeno l’altro figlio. «Subito siamo andati a cercarlo in giro per il paese - trova il coraggio di raccontare la figlia Anna Maria -, abbiamo chiesto in giro, poi abbiamo presentato denuncia». Domenica lo cercava tutta la protezione civile di Settala, Paullo e Tribiano.

Lunedì mattina, verso le 8.30, un tecnico della manutenzione della centrale idroelettrica della Levata di Paullo ha visto due gambe che spuntavano tra le ramaglie nel cassone bianco che raccoglie i detriti dalle griglie davanti alle turbine. Resosi conto che era un uomo, ha allertato i carabinieri.

Il corpo presentava diverse fratture. Ma la pulizia delle griglie è effettuata da un braccio meccanico automatico, collegato a una benna di acciaio che non si ferma mai: le lesioni potrebbero essere state causate dal macchinario.

L’identificazione ufficiale è arrivata solamente ieri. Già lunedì i carabinieri, analizzate le segnalazioni di scomparsa, e considerato che a un primo esame la salma era in acqua da circa 24 ore, avevano informato i parenti di Carrato. Che però era uscito di casa senza documenti. Il pm di turno a Lodi Giovanni Benelli, su richiesta dei carabinieri, ha disposto l’autopsia. «Che dovrà essere accurata», confida un inquirente. Per chiarire se vi fossero fratture precedenti alla morte e se il decesso sia stato dovuto ad annegamento. Anche perché quel 70enne tanto gentile con i vicini, al punto da offrirsi sabato di sistemare il loro giardino, e conosciuto e benvoluto a Settala, in un lontano passato, negli anni Ottanta della “Milano da bere”, era finito in carcere,, con l’accusa di essere uno dei personaggi di riferimento dello spaccio di cocaina nei night club. Era stata una maxi-operazione, con 39 arresti, e come spesso avviene chi ha guai con la giustizia non ne ha uno solo. Ma da oltre dieci anni Biagio Carrato era pulitissimo.

Non si può escludere che la malattia possa portare a momenti di sconforto, che magari anche i più cari faticano a cogliere. «Ma la Muzza dista da Settala tre chilometri - riflette la figlia -, credo che per arrivarci avrebbe dovuto almeno chiedere un passaggio a qualcuno. La bicicletta non poteva usarla».

La salma, sotto sequestro, è stata portata al Predabissi.

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