«Passare il Natale col mio Massimo sarebbe per me il regalo più grande»

Melegnano, il disperato appello di mamma Giusi, 74 anni: «Non lo vedo da un mese, mi manca tantissimo»

«Trascorrere il giorno di Natale con il mio Massimo, per me sarebbe questo il regalo più grande». Tra ricordi, commozione e speranza, è questo l’appello lanciato da mamma Giusi, la 74enne di Melegnano che vorrebbe riabbracciare almeno nelle feste di fine anno Massimo, il figlio 33enne autistico ospitato in una struttura del Lodigiano. «Dopo averlo tenuto per 25 anni con noi, abbiamo avuto una serie di problemi di salute, cui è peraltro seguita la morte di mio marito - racconta Giusi riavvolgendo il nastro della storia -: a malincuore è nata così la decisione, quasi un obbligo viste le nostre condizioni, di inviarlo in questo centro, dove tutti sono gentili e premurosi nei suoi confronti. Fragile e delicato com’è, a Massimo sono sempre stata legatissima, in questi otto anni sono andata a trovarlo almeno tre volte la settimana». Sino allo scorso febbraio quando, con lo scoppio del Covid e la necessità di adeguarsi alle rigide regole per arginare il diffondersi della grave pandemia, sono state bloccate le visite dei familiari nelle strutture di questo tipo. «È una decisione che naturalmente rispetto e condivido, la salute è fondamentale e viene prima di tutto, ma il mio Massimo mi manca tantissimo - continua commossa mamma Giusi -: già la scorsa primavera non ci siamo visti per diversi mesi, le videochiamate non possono certo sostituirsi alla tenerezza tra madre e figlio. Nel periodo estivo la situazione sembrava essere tornata progressivamente alla normalità, la seconda ondata dell’incubo Covid ha fatto nuovamente precipitare le cose, è da più di un mese che non vedo il mio Massimo».

È nato da qui l’appello lanciato ieri mattina da mamma Giusi, che in questa richiesta è affiancata dall’amica di Melegnano Luciana. «Dopo la morte di mio marito, ormai da anni vivo sola - sono ancora le sue parole -: ho anche un altro figlio che però abita in America, anche se lo volesse in questo periodo non potrebbe certo tornare in Italia. Dubito che sarà possibile, sono ancora molte le restrizioni adottate a livello governativo e regionale, ma vorrei trascorrere il giorno di Natale con il mio Massimo: saremmo solo noi due perché ormai è questa la mia famiglia, lo porterei a casa e gli preparerei la pasta al forno, le cotolette e le patate fritte, che sono i suoi piatti preferiti. Poi potremmo guardare alla televisione i cartoni animati con il pinguino Pingu e la cagnolina Pimpa che, come il mio Massimo, faticano a parlare e si esprimono a modo loro: un po’ come il muto nanetto Cucciolo di Biancaneve, altro cartone al quale è da sempre molto legato. Ma sarebbero anche tante altre le cose che potremmo fare nel giorno di festa, come cantare i brani di Lucio Battisti, giocare alla playstation o realizzare i puzzle, come era solito fare da piccolo. Arrivata la sera lo ripoterei ovviamente nella struttura che lo ospita - conclude mamma Giusi -: dopo un anno tanto difficile, complesso e tormentato, sarebbe questo il regalo di Natale più grande».n

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