Parla il martellatore della banca

Non aveva prestiti da richiedere, debiti da saldare, ma pretendeva solamente la restituzione dei soldi precedentemente versati. Circa 50mila euro che però G. N., 52 anni, imprenditore edile non rivedrà mai più, nonostante gli fossero stati promessi. Ecco perché, scoraggiato dalla situazione, lunedì scorso l’artigiano ha perso definitivamente la pazienza: ha preso una mazza e ha dato sfogo alla sua ira, prendendo a bersaglio le vetrine della Banca Agricola Mantovana. Quello che è successo lo ha spiegato per filo e per segno il procuratore della società edile di cui è imprenditore G. N., ribadendo che dopo il “fattaccio” si è subito consegnato ai carabinieri della stazione di Melegnano. È andato lui stesso in caserma, ha ammesso di essere stato lui a danneggiare la filiale della banca, ma ha anche espresso lo sconforto per «l’incredibile disavventura, lunga anni, nella quale si è imbattuta la società», vittima a quanto pare della burocrazia. Consegnando documenti alle forze dell’ordine, proprio per asseverare il racconto fatto. In pratica la vicenda risale al 2008, legata ad un intervento edilizio per la realizzazione di un complesso residenziale a Carpiano. Opera per la quale è stato chiesto un finanziamento, concesso dalla banca. «Per accedere al finanziamento - spiega il procuratore - ci è stato chiesta una contrassicurazione, così la chiamo, con Comfidi e Promofidi. È stata versata la quota d’iscrizione di 250 euro, ma anche la somma ulteriore di 44mila euro. Soldi che ci hanno garantito che non sarebbero andati persi, ma sarebbero stati restituiti. Un anno dopo l’intervento è stato ultimato, la banca ha potuto rientrare dei soldi finanziati, eppure i nostri soldi non li abbiamo rivisti». Gli anni passano, con un’altra spiacevole sorpresa: l’addebito di interessi passivi per 6.600 euro. «Dalla banca ci hanno detto che si trattava di un errore del sistema che sarebbe stato sanato, solo che nel frattempo scopriamo che a distanza di mesi non è stato corretto l’ingiusto addebito e che non ci saranno restituiti i 44mila euro precedentemente versati», conclude il procuratore.

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