Nuove indagini sui terreni della Saronio: riflettori puntati sulle aree residenziali

Melegnano-Cerro: sarà individuato a breve il professionista incaricato di varare l’atteso piano di caratterizzazione

Con l’emergenza Covid che ha fatto slittare i tempi, scatta finalmente il conto alla rovescia per le nuove indagini sui terreni dell’ex chimica Saronio, al termine delle quali a Melegnano potrebbe essere escluso dalla bonifica il maxi-complesso condominiale del Cipes. Nella giornata di ieri è stato l’assessore all’ambiente Marialuisa Ravarini a fare il punto su un intervento di cui si parla da tempo nella realtà locale. «Notevolmente ritardato nell’ultimo anno a causa del dramma legato al coronavirus - sono state le sue parole in tarda mattinata -, a breve dovremmo avviare l’iter per individuare il professionista incaricato di varare il piano di caratterizzazione delle aree dove sino a metà degli anni Sessanta era attiva la Saronio». Tra le industrie più importanti a livello nazionale per la produzione di coloranti, la chimica impiegava però sostanze fortemente inquinanti, a cui si deve la contaminazione della falda acquifera e degli stessi terreni: si spiega così il tavolo tecnico istituito in ambito regionale, che negli anni scorsi ha stanziato 500mila euro sul fronte della Saronio, grazie ai quali sono già stati predisposti una serie di interventi preliminari alla messa in sicurezza. «Il piano di caratterizzazione servirà per definire le aree effettivamente inquinate comprese tra la periferia ovest di Melegnano e la frazione cerrese di Riozzo, per le quali saranno quindi valutati ulteriori interventi, si parla in particolare della bonifica o della messa in sicurezza - continua l’assessore all’ambiente di Melegnano -. Qualora fossero accertati i dati emersi nel corso della prima indagine, che hanno evidenziato bassi livelli di inquinamento, chiederemmo di stralciare dal perimetro della Saronio l’area del Cipes in via Togliatti, quartiere residenziale con la presenza di svariati nuclei condominiali». Nella frazione cerrese di Riozzo la stessa cosa avverrebbe per la zona residenziale in via dei Fiori, dove anche in questo caso è risultato marginale l’inquinamento derivante dalla chimica chiusa definitivamente nel 1966. «Finanziato dalla stessa Regione Lombardia con la parte avanzata dei 500mila euro stanziati inizialmente sul fronte della Saronio - ribadisce in conclusione l’assessore Ravarini -, stiamo insomma parlando di un intervento molto importante per proseguire verso la risoluzione di una contaminazione ambientale che si trascina senza soluzione da decenni».
St. Co.

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