Neonato muore in corsia, archiviata l’inchiesta. Ad essere coinvolti erano 13 tra medici e ostetriche dell’ospedale di Vizzolo e un operatore della clinica Macedonio Melloni di Milano. Il piccolo David, figlio di una giovane coppia di Mediglia, era morto il 22 novembre del 2011, circa 10 ore dopo essere nato.
Il bambino, che pesava 4 chili e mezzo, era venuto alla luce in seguito a un parto difficoltoso. Alcune ore dopo la nascita, in presenza di problemi respiratori, era stato sottoposto ad esami e accertamenti. Era stata coinvolta anche una equipe della clinica Macedonio Melloni di Milano, per il trasferimento che poi non è stato effettuato in quanto il piccolo è andato incontro alla morte.
Il tribunale di Lodi ha disposto il decreto di archiviazione. Titolare dell’inchiesta per omicidio colposo era il pm di Lodi Delia Anibaldi e Antonio Osculati, esperto dell’Università di Varese, il consulente della procura. Ad assistere i genitori, invece, erano stati i legali Andrea Meraldi e Marina Scotti.
«I genitori, distrutti dalla vicenda - commenta quest’ultima - hanno deciso di non proseguire nella causa legale».
«Il decreto - fa sapere in una nota l’Azienda ospedaliera di Melegnano - spiega che “non sono emersi profili di responsabilità penale in capo a nessuno dei sanitari che ebbero in cura il neonato presso l’ospedale di Vizzolo al momento del parto. Le cause del decesso del piccolo David sono ascrivibili, si legge nel decreto, ad un’insufficienza respiratoria acuta con collasso del polmone destro conseguente ad un pneumotorace iperteso spontaneo comparso nelle prime ore di vita”. Non ci fu da parte dei sanitari che ebbero in cura il neonato “alcun errore diagnostico o terapeutico”. ll consulente tecnico di parte del pm spiega che “David venne sorvegliato e monitorizzato accuratamente fin dalla nascita. Vennero eseguiti tutti gli accertamenti strumentali necessari per l’inquadramento del caso; anche le terapie impostate furono adeguate, corrette e tempestive. Le condotte e le cure poste in essere da tutti i sanitari risultano conformi ai principi della buona pratica medica. In conclusione non sono emersi, dalla completa e puntuale attività di indagine svolta dal pm, elementi per ritenere configurabili ipotesi di responsabilità penale in capo agli indagati”».
«Il piccolo, subito dopo il parto, - spiega la direzione di Vizzolo in una nota - versava in condizioni generali difficili, evidenziando un pneumotorace iperteso con collasso del polmone destro. I medici dell’ospedale di Vizzolo hanno eseguito tutti gli accertamenti e le manovre necessarie per curare il piccolo. Nel reparto di ginecologia e ostetricia di Vizzolo, attualmente diretto dal medico Michele Barbato, sono stati 763 i parti nel 2013, di cui 578 naturali e 185 cesarei. Sono state 9.391 le prestazioni ambulatoriali erogate e 3.707 le visite.
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