Nella gang della marijuana due fratelli di Carpiano

La droga coltivata e venduta nel Milanese da una banda di albanesi

Marijuana in produzione industriale. Una vera e propria “green farm”, con tre siti a Villanterio e uno a Pieve Emanuele, gestita da un gruppo di albanesi. Tra i capi-coltivatori il 32enne D.H., residente a Francolino di Carpiano che è finito in carcere insieme ad altri quattro connazionali, mentre la sua convivente (R.H., 26 anni, unica donna coinvolta, ma con un ruolo marginale) ha ottenuto la misura cautelare dell’obbligo di firma presso l’organo di polizia giudiziaria. I cinque muovevano un giro d’affari decisamente remunerativo, vendendo ogni grammo di droga prodotto a 5 euro. A conti fatti, incassavano anche più di 200mila euro al mese, considerando che dalle loro coltivazioni uscivano ogni 30 giorni 30-40 chili di marijuana. L’indagine della squadra mobile di Pavia ha permesso di sequestrare 10mila piantine e circa 15 chilogrammi di canapa indiana. Nel corso della perquisizione sono stati sequestrati anche 70mila euro in contanti, individuando tre capannoni, due a Villanterio e uno a pieve Emanuele. La sede principale della produzione di marijuana era la cascina Cattanea, che il gruppo albanese aveva protetto con un sistema di videosorveglianza. Tutti i componenti della banda avevano compiti specifici. Il carpianese D.H. con il fratello (arrestato anche lui nell’operazione) si occupava della gestione dei vivai, del raccolto, dell’essicazione e dell’imbustamento delle infiorescenze. La convivente di D.H., invece, lavorava da casa: controllava le serre a distanza, grazie alla rete di telecamere. La droga veniva poi venduta sul mercato milanese.

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