Muro contro muro sulla logistica di Paullo: «Non possiamo tornare indietro»

Nulla di fatto nel primo incontro fra il Comune e il Comitato dei cittadini: «Il privato ha già versato 9 milioni di oneri»

«Rivedere il piano di governo del territorio senza la variante adottata, metterebbe a rischio il Comune». Sono le parole del sindaco Federico Lorenzini, che insieme alla giunta sabato ha incontrato una delegazione del comitato “No Logistica”. Nessun passo indietro da parte dell’ente e nemmeno del comitato, che il 29 maggio scenderà in piazza proponendo il secondo sit-in anticementificazione e il blocco della logistica «a qualunque costo, valutando tutte le iniziative necessarie a tutela dell’ente». «Ci sono dei punti fermi e uno di questi è rappresentato dal fatto che quest’area è destinata da anni alla realizzazione di un centro commerciale - sottolinea il sindaco -: non vi è spazio verde conservabile. La destinazione non è determinata con la variante al Pgt, che prevede semmai delle possibilità. In parole più semplici, non è che se sul documento vi è o meno scritto logistica, questa si farà o non si farà; si dà, invece, al Comune uno strumento per governare l’intervento. Del resto il privato, in qualsiasi momento, potrebbe presentare esso stesso una variante e, se gli organi preposti ritengono che non vi siano ostacoli, come giustificherebbe il Comune il suo diniego? Un no comporta conseguenze e i buoni amministratori devono tenerne conto». Ad esempio l’operatore privato ha già versato 9 milioni in oneri. «Prima di qualsiasi decisione abbiamo sentito legali e urbanisti . dichiara Lorenzini -: dire un no tout court avrebbe voluto dire mettere a rischio di contenzioso l’ente. Non parliamo solo degli oneri versati, ma anche di eventuali danni dovuti alla mancata realizzazione dell’opera che è stata collegata al raddoppio della Paullese più volte ritardato non per colpa dell’operatore privato».

Una spiegazione che non ha convinto il Comitato, ritenendola fumosa su più di un punto. «Non c’è stata nessuna richiesta ufficiale da parte del soggetto privato che vada verso la realizzazione di una logistica, in assenza di tale richiesta quindi perché andare in quella direzione?» domanda il coordinatore del Comitato Stefano Scarpa. «È chiaro che il privato ha lasciato intendere che quella è l’intenzione, ma il nocciolo del problema sta negli oneri versati, che in gran parte sono andati a coprire le spese correnti dell’ente - aggiunge -. Soldi già spesi, ma è il momento di tirare una riga: non si può compromettere con una logistica il futuro di Paullo, costi quel che costi».

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