
Melegnano: i percorsi di Asst per i giovani e per le demenze
Dai gruppi multidisciplinari allo sportello per chi si prende cura, i due percorsi per le crescenti emergenze dei disturbi della mente
Disagio e alterazioni comportamentali in età adolescenziale, emergenza in costante aumento da affrontare con progetti innovativi capaci di mettere in campo competenze diverse, professionalità e capacità di attenzione specifica con l’obiettivo di garantire cure tempestive e un percorso di continuità dopo la fase più critica di degenza ospedaliera: arriva da Asst Melegnano Martesana un progetto, operativo a partire dal 2024, che mettendo in rete operativa la componente ospedaliera e i servizi territoriali ha come mission la presa in carico dei pazienti con un percorso di continuità dopo la fase più critica di degenza ospedaliera. Il progetto, denominato Atreiu, ha visto fin dal 2023 l’attivazione di specifici tavoli di lavoro trasversali e riunioni periodiche di coordinamento e supervisione tra i servizi interessati (psichiatria, neuropsichiatria infantile, pediatria, area emergenza-urgenza) finalizzati alla condivisione di buone prassi, alla rilevazione delle criticità e alla definizione di strategie comuni per una gestione efficace dei casi clinici. L’esito di questo lavoro intenso e condiviso, che ha in parte anticipato le linee guida indicate da Regione Lombardia sul tema in oggetto, ha portato a costituire fin dal 2024 una equipe integrata multidisciplinare a supporto del reparto di degenza pediatrica, interventi personalizzati in fase acuta e un programma strutturato di continuità riabilitativa e assistenziale. L’equipe è di nuova costituzione, sostenuta dalla Direzione generale che ha permesso di reclutare nuovo personale da dedicare unicamente al progetto e si fonda su un lavoro di squadra: neuropsichiatri, psicologi, tecnici della riabilitazione psichiatrica, infermieri, pediatri e operatori territoriali hanno iniziato a collaborare in un’unica équipe. Fondamentale, anche la stretta collaborazione tra le diverse realtà ospedaliere Pschiatria, Neuropsichiatria Infantile, Pediatria e Pronto Soccorso che operano in stretta sinergia.
Questo permette di seguire i giovani non solo durante il ricovero, ma anche al ritorno a casa, pianificando la dimissione per offrire sostegno riabilitativo e psicologico a ragazzi e famiglie. «L’obiettivo che ci si era dati – spiega Federico Durbano, Direttore della Struttura Complessa Psichiatria Martesana e Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze di Asst Melegnano Martesana - era finalizzato a garantire una risposta efficace alle problematiche adolescenziali acute in un reparto e con una equipe dedicata, che potesse dare risposte multidisciplinari ai bisogni dei ragazzi, favorendo una dimissione il più precoce possibile con un rientro protetto nella rete domiciliare, ed evitando il ricovero nel reparto di psichiatria per adulti». I risultati ottenuti evidenziano numeri incoraggianti: nel corso del 2024 sono una sessantina i ragazzi ricoverati, l’87% dei pazienti dimessi è stato seguito anche sul territorio e oltre 1400 sono le prestazioni erogate nel pre e post ricovero sul territorio, di cui il 40% direttamente a domicilio. I dati relativi al 2025, non ancora definitivi, paiono allineati. Altro dato significativo, stato l’azzeramento dei ricoveri degli adolescenti nel reparto psichiatrico per adulti e la riduzione dei tempi di permanenza in PS.
ALZHEIMER
Numeri che raccontano di una patologia in costante crescita, che sempre più richiede approcci multidisciplinari, multiprofessionali ed integrati tra ospedale e territorio per garantire continuità assistenziale, efficacia degli interventi e qualità di vita: tra i progetti capaci di tracciare percorsi guida spicca l’esperienza del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) avviato da Asst Melegnano Martesana, progetto capace di offrire risposte valide, innovative e concrete e segnalato dall società di Scienze Neurologiche Ospedaliere SNO come una delle due esperienze più significative e innovative nel campo della presa in carico e della gestione della patologia. Il progetto avviato tre anni fa prende le mosse dai numeri relativi alla diffusione della patologia in esame: si stima in Italia siano circa 1,2 milioni i pazienti affetti da demenze, il 50% circa con diagnosi di malattia di Alzheimer. A questi vanno aggiunti altri 900mila che presentano decadimento cognitivo lieve che può essere anticamera di ulteriori peggioramenti. Nel territorio di Asst Melegnano Martesana la popolazione interessata si aggira attorno alle 5mila persone.
Per affrontare una tematica che ha pesanti ricadute su qualità di vita, anche familiare, dei pazienti, fondamentale è l’approccio multidisciplinare e l’attenzione ai diversi aspetti di una malattia complessa. Nasce così proprio dall’attenzione posta alle diverse sfaccettature dell’Alzheimer e delle conseguenze non solo sulla vita del paziente ma anche su quella della struttura familiare, l’esperienza promossa da Asst Melegnano Martesana che ha avviato il progetto, strutturato per integrare il CDCD (Centro Disturbi Cognitivi e Demenze) con il territorio coinvolgendo medici di medicina generale, IFeC, assistenti sociali e familiari. Nell’ambito di questo percorso è stata lanciata una vera e propria scuola di formazione per caregiver ed operatori denominata “Demenza e competenza”, volta a istruire su aspetti assistenziali, relazionali, ambientali, normativi e sociali.
«Forniamo circa 500 prestazioni all’anno tra i pazienti affetti da demenze in tutte le sue fasi, - dice Carla Zanferrari della SNO (Società di Neuroscienze Ospedaliere) e direttore Unità Operativa di Neurologia – Stroke Unit della ASST Melegnano-Martesana ATA Milano - abbiamo iniziato 3 anni fa il corso di formazione “Demenze e competenza”, che insegna a come relazionarsi con il malato, come gestire l’aggressività, come riconoscere i sintomi, ma che ha anche un risvolto pratico: a cosa si ha diritto in base alle normative, quali altri centri di aiuto sono disponibili nell’area. Questo ha contribuito a rendere più efficace il nostro lavoro e ad alleggerire il carico sulla struttura sanitaria razionalizzando il percorso di cura del paziente, ma siamo anche riusciti a fornire un supporto costante alle famiglie grazie allo sportello dedicato».
Nell’ottica di modulare il percorso di cura per i pazienti infatti è stato attivato uno sportello telefonico e via mail destinato ai caregiver curato dal personale del CDCD. Solo nel 2024 ci sono stati 2327 contatti, 955 via mail e 1372 via telefono. Le richieste più importanti riguardavano la programmazione delle visite (40%), l’aiuto per reperire e ottenere servizi territoriali (20%), consigli su come gestire il paziente per disturbi del comportamento (20%), indicazioni su iter burocratici e rinnovo del piano terapeutico (10%). Incoraggianti i risultati: nel 60% dei casi lo sportello è riuscito a soddisfare il bisogno alleggerendo il carico di lavoro per il CDCD, nel restante 40% c’è stata la necessità di un ulteriore passaggio (per esempio con il medico di medicina generale), che poi ha portato a una risoluzione del problema.
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