Massalengo, l’omicidio del commercialista di Melegnano: si cerca ancora l’arma del delitto

Il terribile sospetto di una premeditazione, domani l’interrogatorio di convalida per il 60enne di Lodi finito in cella e l’autopsia

Mentre prosegue il lavoro dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Lodi per chiarire l’esatta dinamica e i contorni dell’accoltellamento mortale del commercialista 75enne di Melegnano Antonio Novati, si insinua anche il terribile sospetto che nella mente di chi lo ha colpito con una decina di fendenti il gesto omicida potesse essere stato in qualche modo immaginato in precedenza. Se le cose sono andate come finora ricostruito dagli inquirenti, con il professionista colpito nel cortile della cascina di Lodi che aveva avuto il compito di mandare all’asta, per quale motivo il debitore avrebbe avuto a portata di mano un coltello? Proprio il tipo di coltello, se da cucina oppure adatto a lavori di giardinaggio o nei campi, potrebbe contribuire a dare una risposta che in caso di condanna farà una differenza in termini di anni di carcere. La ricerca della lama da parte dei militari continua mentre appare ormai assodato certo che Novati fosse atteso dal debitore, visto che aveva preso un appuntamento di cui erano a conoscenza anche altre persone nel suo studio professionale. Per domani è previsto l’interrogatorio di convalida da parte dei Gip per Francesco V., l’agricoltore 60enne di cui sabato la procura della Repubblica di Lodi ha disposto il fermo, all’esito dell’interrogatorio in veste di indagato di omicidio volontario condotto dal Procuratore Maurizio Romanelli, e sempre domani, in mattinata a Pavia, verrà eseguita l’autopsia sulla salma di Novati. Intanto chi conosceva l’indiziato è senza parole: «Era una persona un po’ chiusa, ma semplice, mite e tranquillo».

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