Lorenzano si ricandida

Il sindaco Alessandro Lorenzano rompe gli indugi e scioglie la riserva sulla sua candidatura alle amministrative del 2016. La notizia il primo cittadino l’ha diffusa nella giornata di ieri, dopo la riunione in cui domenica, presso la sezione locale del partito, i diversi fronti interni del Partito democratico hanno fatto sintesi con l’approvazione del documento unitario, di cui si parla da più di un mese, che getta le basi per la prossima campagna elettorale. «Un grande grazie al Partito democratico – dichiara il sindaco - per il giudizio positivo espresso nel documento che è per tutti gli amministratori, i quali hanno lavorato in questo difficile mandato». E ancora: «Come ho detto in assemblea, io sono solo un uomo insieme a tante donne e uomini che credono nella San Giuliano del 2021, oggi sono a disposizione del Partito democratico e della città». Per il momento nel testo, frutto di una lunga mediazione interna, che da ieri è anche disponibile online sui canali del Partito democratico di San Giuliano, non si parla di candidato, bensì di una fase di dialogo con tutte le forze politiche. Ma dopo l’esito dell’incontro, per Lorenzano sembra sia arrivato il momento di dare risposta agli interrogativi riguardo le sue intenzioni, sebbene l’ultima parola spetterà al partito. Per il momento il coordinatore sangiulianese Jacopo Saladini spiega: «Il documento approvato è un punto di partenza e non di arrivo, ma si tratta indubbiamente di un grosso risultato, che ha portato ad un voto compatto con la presenza anche dei consiglieri e degli assessori che avevano dato le dimissioni». Alla domanda se il Pd intende porre sul tappeto del confronto con i potenziali alleati l’ipotesi riguardante le primarie di coalizione, il vertice locale risponde convinto: «Noi mettiamo davanti le idee davanti alle persone e con le forze che non condividono questa visione non apriremo nemmeno il dialogo». Il passo compiuto ha trovato soprattutto il benestare dell’area moderata (in cui si sono riconosciuti i dissidenti), quella che sino ad ora si è espressa in modo più critico nei confronti di Lorenzano, che ha come referente Iginio Granata, nel ruolo soprattutto di mediatore. Un occhio va al documento che sembra almeno per il momento aver sanato le ruggini interne. Due pagine, con una serie di punti fermi che partono da un capitolo dedicato al «Partito democratico unito». A seguire si parla di «discontinuità dai debiti», con un pesante affondo a chi ha governato in passato e un «mai più» ad «una società pubblica che viene utilizzata come bancomat di posti di lavoro e che senza controllo alcuno commissiona lavori per milioni di euro senza pagarli». Infine, l’impegno di aprire «un cantiere di idee» rivolto a partiti e sodalizi civici che vorranno affiancarsi al Pd.

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