«Lo stadio? Non deve sfuggirci»

La minoranza spinge per la casa dell’Inter a San Donato

Stadio dell’Inter a San Donato? La parola va alla politica. Rispetto al massiccio investimento che la squadra di Moratti sembra pronta ad affrontare sull’area San Francesco, i portabandiera del consiglio lanciano un segnale di apertura bipartisan. Ma se l’opposizione fa il tifo per il progetto nerazzurro, puntando sui benefici che potrebbero sortire per questo tratto di hinterland, dall’altra parte della barricata la maggioranza di centrosinistra per il momento si mostra più cauta. Certo, la riapertura dell’attività amministrativa dopo le ferie riporta al centro dell’attenzione l’opera che in base ad indiscrezioni dovrebbe avere capienza di 60 mila posti per un investimento di 250 milioni di euro. Per il Pdl è un’opportunità irripetibile. «Ritengo - commenta il coordinatore locale azzurro per l’area An, Vincenzo Stochino -, che questa sia una grande occasione che l’amministrazione non deve farsi sfuggire. Auspico che la giunta punti ad una trattativa capace di portare importanti risposte alla città». Sulla stessa lunghezza d’onda il vertice ex forzista Alessandro Fava, che spiega: «Devo ancora confrontarmi con il partito, ma personalmente penso che un’opera di tale portata significherebbe grandi benefici al territorio». Opinione pienamente condivisa dal capogruppo della lista “Insieme per San Donato”, Marco Zampieri, il quale si era già espresso i primi di agosto, quando è iniziata a circolare la notizia che l’Inter insieme al colosso cinese China Railway Construction Corporation si è mostrata pronta a scommettere sulla città dei palazzi di vetro. «Questa è una partita importantissima - torna a sottolineare -, che la giunta di Andrea Checchi deve giocarsi al meglio, pensando a progetti e ad iniziative che non si limitino agli oneri di urbanizzazione, bensì diano una garanzia nel tempo alla cittadinanza. Si potrebbe ad esempio ipotizzare una solida collaborazione per la gestione del Centro sportivo, che garantisca fruibilità, riqualificazione e offerte a disposizione della comunità di cittadini». Per il momento il gruppo ambientalista composto da Sel e Verdi non si sbilancia, mostrandosi comunque pronto ad aprire un percorso che chiami all’appello i sandonatesi. «Premesso - dichiara il capogruppo Marco Menichetti -, che è ormai persa la nostra battaglia condotta in passato per la destinazione agricola di quell’area, parto dal presupposto che il nostro impegno sarà volto alla massima sostenibilità. In attesa che si apra il confronto, posso dire che insieme al sindaco Andrea Checchi siamo pronti a coinvolgere al massimo i cittadini nelle scelte che assumeremo insieme a loro». E il coordinatore del Pd Andrea Pasqualini, afferma: «Non essendoci ancora un progetto ufficiale è decisamente prematuro esprimersi in merito. Per il momento posso dire che l’appezzamento scelto è lo stesso che noi avevamo proposto per il VI Palazzo Uffici dell’Eni, in quanto si trova fuori dal centro urbano». Entrando nel merito, prosegue: «La collocazione tra la ferrovia e l’autostrada oltre ad essere strategica sul piano viabilistico , non creerà alcun disagio alla viabilità locale. Inoltre essendo un’area che ad oggi è praticamente inaccessibile, un intervento del genere significherà riqualificazione per tutta la parte che sorge alle spalle della ferrovia. Ma non abbiamo ancora gli elementi per fare ulteriori valutazioni».

Giulia Cerboni

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