L’intossicazione di Ferragosto:

«Brutta esperienza, ma è finita»

«È stata una brutta esperienza, ma è finita, e dopo tanta paura tutti stanno bene». Don Giancarlo Malcontenti, il parroco di Cervignano e Galgagnano, vuole mettere la parola fine alla vicenda dell’intossicazione di Ferragosto, solo una parentesi buia di una bella avventura iniziata il 2 agosto con l’arrivo in Italia di una quarantina di ecuadoriani, ospiti delle famiglie di vari comuni della zona nell’ambito di uno scambio ecclesiale. Italiani e stranieri, il 15 agosto, si sono riuniti a tavola per un banchetto che però ha provocato dolori di pancia e vomito, con una settantina di commensali colpita da un’infezione che tuttora risulta misteriosa.

«Io sinceramente non so cosa abbia provocato questi malori - afferma don Malcontenti -,perché si è detto che può essere stata la carne: c’è gente che è vegana (vegetariana, ndr) e non ne ha mangiata, ma comunque è stata male. C’è gente che non ha assaggiato i dolci, in un primo momento anche loro sul banco degli imputati, ed ha avvertito ugualmente i dolori. Poi chi non ha toccato le verdure, esse pure possibili veicoli dell’infezione, e gli è successo lo stesso. L’intossicazione ha colpito sia ecuadoriani, sia italiani, indistintamente. Io che ho gustato ogni cosa, non ho avuto conseguenza. Non so, davvero cosa dire: per me rimane un vero e proprio mistero».

Nel mirino è finito un allevamento che avrebbe fornito le porchette servite a tavola.

Macellandole in azienda, ma seguendo le varie prescrizioni di sicurezza alimentare per poi consegnarle come regalo in segno di generosità nei confronti della parrocchia, senza alcun fine di lucro.

Purtroppo però senza fare la richiesta preventiva all’Asl, che risulta in pratica al momento la sola contestazione effettiva.

«Parliamo di bravissime persone - precisa don Malcontenti - alle quali abbiamo chiesto un contributo per la festa di Ferragosto. Da vent’anni a questa parte loro ci aiutano, sono vicini alle parrocchie, senza chiedere nulla in cambio. Noi facciamo le torte in casa, prepariamo piatti da mangiare, perché fa parte delle nostre tradizioni. Teniamo presente invece che l’azienda suinicola in questione è in perfetta regola e rispetta ogni norma igienico-sanitaria».

Ed in effetti, sembra proprio così, visitando l’allevamento zelasco che ci viene gentilmente mostrato dal titolare dell’azienda agricola. L’ambiente in effetti risulta controllatissimo e gli animali si presentano in un ottimo stato di salute come è stato poi riscontrato dai Nas (Nucleo antisofisticazioni e sanità), ieri mattina presenti sul luogo per acquisire una documentazione fotografica della struttura e dei suini allevati.

«Noi - spiega il titolare - abbiamo fatto un regalo, che però rischiamo di pagare a caro prezzo per la cattiva pubblicità. Va detto, ancora una volta, che al momento non ci sono certezze su quali cibi abbiano provocato la reazione in coloro che hanno partecipato al pranzo. Non crediamo siano state le nostre porchette».

Emiliano Cuti

© RIPRODUZIONE RISERVATA