L’abbraccio di Delpini agli studenti di San Donato
La celebrazione dell’arcivescovo di Milano ieri pomeriggio nella chiesa di Santa Barbara
Un simbolico abbraccio a tutti gli alunni che hanno iniziato il nuovo anno scolastico da parte dell’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, che ieri pomeriggio ha celebrato la Santa Messa presso la chiesa di Santa Barbara per augurare buon lavoro ai docenti e agli studenti della città nell’auspicio che «l’impegno, rappresentato dai loro zaini, dia buoni frutti, affinché vengano promossi nella scuola e nella vita». In una chiesa gremita di famiglie, monsignor Delpini nell’omelia ha parlato del «lato buio che si nasconde nell’animo umano, quell’angolo di cui ci vergogniamo, che può essere rischiarato con la preghiera, il pensiero e l’amore». In quanto, ha ricordato, tutti noi sappiamo amare in quanto siamo amati da Dio.
L’arcivescovo ha così parlato ai bambini, ai loro genitori e ai nonni, che si sono dati appuntamento nella chiesa di Metanopoli, della parte più tetra che ciascun uomo si porta dentro. «Un luogo di cui forse si ha paura perché lì c’è qualcosa di inquietante, dove si trovano le cose cattive, che vengono fuori anche delle persone buone, come fosse un angolo buio di un palazzo dove non si entra perché si ha paura di quello che ci si può trovare. Ma ci sono vie - ha detto - per accendere una luce in questo lato oscuro e io vorrei suggerire che nel corso dell’anno scolastico, oltre alle cose ordinarie che si fanno a scuola, ci sia l’occasione per superare quell’inquietudine».
Di fronte quindi ai fedeli grandi e piccoli riuniti in un attento ascolto monsignor Delpini ha parlato dei modi per sgomberare la cantina dell’animo dove si nascondono gli incubi che è per tutti difficile visitare. «La prima strada è quella di cui il parla Vangelo - ha osservato - : Gesù entra nella sua città e la città è come se si accendesse di luce, c’è un modo quindi anche per visitare quell’angolo oscuro e questo consiste nell’accogliere Gesù che sta alla porta e bussa, che entra soltanto se noi lo accogliamo, come la gente di Gerusalemme che cantava “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”. Gesù non entra come ispettore per vedere se c’è qualcosa da castigare, ma piuttosto come un amico che ci accompagna, questo è un modo per entrare in quella stanza oscura e seminarvi la luce». Alla fine della celebrazione, si è tenuta la benedizione degli zaini che ha richiamato tanti sorrisi entusiasti tra i bambini che hanno avuto la possibilità di incontrare monsignor Delpini.
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