La tragedia di Giacomo Cornara

Si è trovato solo, il ghiaccio sotto i piedi e davanti a lui il vuoto: Giacomo Cornara è morto sabato pomeriggio dopo un volo di 70 metri nel canalone di Horlonovo a Macugnaga, ai piedi del monte Rosa, mentre cercava di tornare in paese facendo snowboard.

Era una giornata senza nuvole domenica in valle Anzasca, il sole caldo e l’aria leggera. L’ideale per una discesa. Il 18enne di San Giuliano Milanese era in compagnia di tre amici, due ragazze e un ragazzo, e insieme stavano scendendo in fuoripista da quota 2800 metri.

Giacomo precedeva il gruppo, con la tavola sotto i piedi era una “scheggia” e senza quasi accorgersene ha distanziato gli altri. Le strade dei giovani si sono divise all’altezza dell’alpe Meccia, senza volerlo. Raggiunto il sentiero che conduce all’alpe Bill, i tre compagni hanno staccato lo snowboard e raggiunto a piedi la funivia che li ha riportati giù.

Ma Giacomo era ormai lontano. Le luci di Macugnaga a fondo valle lo hanno spinto avanti, dove non si poteva più tornare indietro. Solo, deve aver superato involontariamente il sentiero e in un attimo si è trovato sopra una crosta di ghiaccio. Ghiaccio “verde”, quello duro che non dà scampo. Lo snowboard ha “grattato” sulle placche e sulla roccia, il 18enne non ha più potuto tenerlo ed è precipitato nel canale.

«Dal punto dove ha proseguito da solo si può andare avanti per 100-150 metri - spiega Maurizio Vittone, capostazione del soccorso alpino di Macugnaga, che ha guidato le ricerche -. Poi il canale non è più percorribile se non con corde da alpinismo». Una verticale con salti altissimi, l’anticamera del precipizio.

«Gli amici del ragazzo sono arrivati a Macugnaga e ci hanno avvertito che non avevano più visto il loro amico - prosegue Vittone -. Erano le 17.15 e ci siamo messi subito a cercarlo». Due squadre del soccorso alpino si sono messe al lavoro e in breve tempo hanno rinvenuto le tracce lasciate dallo snowboard di Giacomo. Legati, perché in quel tratto di discesa è impossibile muoversi altrimenti. I segni dello snowboard hanno condotto i soccorritori all’imbocco del salto roccioso e a quel punto hanno dovuto fermarsi: «Non avevamo più corde per proseguire e abbiamo avvisato la squadra a valle che è risalita lungo il canalone fino alla base del salto. La valle è molto larga, ma in un’ora e mezzo siamo riusciti a trovare il punto dove Giacomo è caduto. Poi è iniziata la parte più difficile, quella del recupero del corpo».

A quell’ora era già buio e i pompieri hanno illuminato il percorso con le torri faro. Giacomo è morto sul colpo, volando nel vuoto e schiantandosi sulle rocce. La salma del ragazzo è stata trasportata all’obitorio dell’ospedale San Biagio di Domodossola. La notizia della tragedia è arrivata a casa Cornara mentre la madre e gli altri sei figli stavano trascorrendo le vacanze natalizie dai nonni. Il padre Giovanni, stimato pediatra di San Giuliano Milanese, si era spento tre mesi fa stroncato da un infarto. Un dolore infinito che nessuno in famiglia ha superato. Ancora una volta è stata la madre a farsi forza e correre al capezzale del figlio. A Macugnaga, dove il cuore di Giacomo ha cessato di battere per una discesa sulle piste innevate e il suo con lui.

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