La mappa delle trivellazioni nel Lodigiano e nel Sudmilano

Setacciato metro per metro. A caccia di “oro nero” o idrocarburi gassosi; energia dunque, moneta unica dell’economia globale. Il Lodigiano come terra di conquista, con oltre 538 chilometri quadrati già coperti da concessioni di ricerca di idrocarburi, e altri 104 che potrebbero arrivare a breve. Un puzzle energetico, con le tessere composte anche da concessioni di coltivazione o di stoccaggio. E in cui le porzioni di terreno libero da vincoli sono poche. I dati sono del Ministero dello Sviluppo Economico, aggiornati al 31 dicembre 2015. Un quadro complessivo di trivellazioni su terraferma e in mare aperto, permessi di ricerca e di coltivazione di idrocarburi; tutto ciò che concerne i titoli minerari richiesti al Governo da società a caccia del «colpo grosso», in quasi tutto lo Stivale. E che tra Lodigiano e Sudmilano hanno già piazzato sette bandierine, da Abbadia Cerreto, a Codogno, fino a Melegnano e San Giuliano, con permessi di ricerca di idrocarburi in molti casi in fase di scadenza. Sulla carta il più ingente, in termini di quantità di territorio lodigiano coinvolto, con 353 chilometri quadrati, è quello di Codogno, conferito il 20 febbraio 2001, a Edison, Irminio e Compagnia Generale Idrocarburi, sospeso però dal 20 dicembre 2009. Scadranno invece il 21 giugno 2016 i permessi di ricerca di Abbadia Cerreto - conferito nel 2010 a Eni, lodigiano per 20,44 chilometri - e Opera, che è firmato da Northsun Italia. Per 163 chilometri in territorio pavese, la concessione investe il Sudmilano, da Melegnano a San Giuliano, da Dresano alle porte di San Donato, per poi adagiarsi di nuovo nel Lodigiano, per 48,7 chilometri. Interessato di striscio il Lodigiano, anche nelle concessioni a Cascina San Pietro - sempre affidato alla società Northsun Italia - , Castelverde, nei dintorni di Castelnuovo - scadenza nel 2018 e concesso a Compagnia Generale Idrocarburi - e Melzo, con un piccolo spicchio di Lodigiano interessato, nei pressi di Lavagna di Comazzo, dove invece è la società Mac Oil ad aver tempo per la sua caccia al tesoro fino al 2019. Il Santangiolino è invece in mano alle possibili trivellazioni di Aleanna Resources, con il permesso di ricerca Belgioioso, che coinvolge 91 chilometri di Lodigiano, tra Sant’Angelo e San Colombano e oltre. E che, salvo proroghe, si chiuderà nel settembre 2017. Nel dossier del Ministero, quattro le concessioni in essere per la coltivazione di idrocarburi che toccano il Lodigiano, a partire da Caviaga, la più antica (1997) ed è in mano ad Eni, prorogata nel 2014 per altri cinque anni. Basta così? Non proprio. Stoccaggi a parte - Cornegliano e Settala, che sconfina nel Lodigiano - , il Ministero sta esaminando nuove istanze. Come quella di Mac Oil dal nome San Grato. Ergo, 171,3 chilometri di estensione, di cui 104 in provincia di Lodi. La domanda è stata presentata nel 2008 e oggi l’iter è in una fase cruciale, che comprende le fasi dal decreto “Via” alla conferenza dei servizi e all’emanazione del decreto di conferimento, detto MsE. La caccia, in questo caso, toccherebbe i Comuni di Abbadia, Boffalora, Borgo San Giovanni, Casaletto Lodigiano, Caselle Lurani, Castiraga Vidardo, Cerro, Corte Palasio, Galgagnano, Lodi, Lodi Vecchio, Montanaso, Salerano, Tavazzano, Valera e Zelo. E ancora San Zenone, Sordio e Spino. Dei sei referendum presentati da dieci Regioni italiane sul tema, ne è rimasto in lizza uno soltanto. Quello contro le ricerche di idrocarburi in mare entro le 12 miglia su cui si esprimerà la Consulta mercoledì.

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