La Finocchiaro “lancia” Scarabottolo

La senatrice del Pd in campo per sostenere il candidato sindaco

«Ognuno sa ciò che manca al proprio comune. La differenza sta nel realizzare oppure no ciò che occorre». Sono parole di Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato del Pd per la XVIª legislatura, che ieri sera è arrivata a Bettolino di Mediglia. Suggerendo le risposte che stanno nel programma della lista “Fare Mediglia”, in lizza alle prossime elezioni comunali: per esempio l’ampliamento della scuola di Bettolino, la riorganizzazione di quelle di Mombretto, una politica che aiuti l’occupazione e una nuova visione della formazione. Nella piazza antistante al locale “La Terrazza”, la senatrice si è intrattenuta con Nello Scarabottolo e gli altri candidati (soprattutto in quota Pd) della lista “Fare Mediglia” insieme ai sostenitori. Senza microfono, come per una chiacchierata tra amici, la parlamentare ha radunato attorno a se una cinquantina di persone. Tra di loro anche i sindaci di Paullo e Pantigliate Claudio Mazzola e Lidia Rozzoni. Sono arrivati anche i carabinieri della tenenza di San Giuliano a vigilare sulla sicurezza. Ma di problemi non ce ne sono stati, perché la Finocchiaro ha potuto parlare liberamente soprattutto di etica e politica. Come per la scelta del candidato sindaco, che deve essere «non solitaria», e sul voto dei cittadini che deve essere sempre rispettato in quanto rappresenta «un’apertura di credito sul futuro». Ecco perché la cittadinanza deve essere attiva, «un ruolo - dice la senatrice - che purtroppo si è smarrito». «Molto spesso - accusa Finocchiaro - Berlusconi si dimentica che il Parlamento è eletto dagli italiani e ciascuno dei deputati e dei senatori è responsabile di fronte ai cittadini. Questo senso di responsabilità lui non ce l’ha. E con lui è come se fossimo tornati indietro nel tempo, ben prima della Rivoluzione francese». Nel mirino non c’è solo il premier, ma anche il ministro Ignazio La Russa, che l’ha preceduta proprio a Mediglia in tema di comizi. «Con loro si parla di belle e brutte - protesta il capogruppo al Senato del Pd -, è il modo retrivo di fare politica che tradisce un’arretratezza culturale preoccupante. È come se si sentissero discorsi maschilisti, in Sicilia, in un bar frequentato solo da maschi in un passato ormai fortunatamente superato. Ecco perché occorre dare il segno che il Paese invece vuole andare avanti, mentre c’è qualcuno che ci vuole ancorare indietro. È questo il grande tradimento del Berlusconismo, che ha promesso riforme e progresso». Invece in eredità ci si ritrova un Paese vecchio, un’Italia precaria, dove tutto sembra labile e privo di prospettive come testimoniano i numeri snocciolati nel comizio: il 79 per cento dei salariati ha forme contrattuali non stabili e la disoccupazione giovanile sfiora il 50 per cento, mentre quando si parla di donne e occupazione, quelle che lavorano sono la metà di quelle che potrebbero essere. «È come se si volesse ridisegnare una società vecchia - dichiara Finocchiaro - dove sono impiegati solo i maschi. Ma forse non ci si accorge che se nessuno lavora non ci saranno le pensioni. E anche le donne devono poter lavorare. E poi si parla di merito, ma come lo si può dimostrare in queste condizioni?».

Emiliano Cuti

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