La festa di Ferragosto finisce in ospedale

Intossicazione di massa dopo un pranzo, settanta i ricoverati

Cervignano Il pranzo di Ferragosto si è concluso all’ospedale per una settantina di persone: vomito e dolori di pancia lancinanti per la comitiva che si è riunita in compagnia alla tenuta Ladin per festeggiare il Ferragosto con gli “ospiti” ecuadoregni arrivati da Porto Viejo in Italia, presso le parrocchie di San Sisinio e Sant’Alessandro a Galgagnano e Cervignano. Gli stranieri, una cinquantina in tutto, erano accompagnati dalle famiglie italiane che danno loro ospitalità e dai volontari. Tra loro anche bimbi e anziani, intossicati dopo aver assaggiato dei cibi preparati all’esterno e poi portati al parco della villa dove si è pranzato. L’infezione potrebbe essere stata veicolata dalla porchetta, oppure dalle verdure, ma al momento non ci sono certezze sulle cause. Nel tardo pomeriggio di lunedì, quando le prime persone hanno iniziato a sentirsi male, è scattato l’allarme e fino alle 21 si sono protratte le operazioni di soccorso presso l’oratorio di Cervignano, dove si sono concentrate poi le persone. Il 118 di Lodi, quello di Milano e quello di Cremona, si sono attivati dopo la richiesta di aiuto, mentre la parrocchia di Cervignano, ha messo disposizione un pulmino per trasportare il grosso dei pazienti. A Lodi, Melegnano, San Donato Milanese, Crema, Cernusco sul Naviglio, Melzo e Codogno sono stati trasportati uomini, donne e bambini: in tutto una settantina di persone per poco più della metà ecuadoriani e un po’ meno italiani. Dopo iniezioni e flebo le loro condizioni sono migliorate rapidamente: ieri erano tutti “a casa”, fatta eccezione per quattro persone, due con complicanze relative a fegato e diabete preesistenti, altre due per precauzione vista la giovane età. Non tutti sono però stati male, altri hanno invece rifiutato il ricovero. La mattinata è iniziata in chiesa, con la Messa, presieduta dal parroco don Giancarlo Malcontenti, un po’ il punto di riferimento per i 40 ecuadoregni che il 2 agosto sono sbarcati a Linate, accasati presso alcune famiglie a Zelo, Spino, Cervignano, Galgagnano. Si aggiungono altri 12 connazionali, da anni in Italia con un lavoro, ospiti a Codogno e Castiglione. Subito dopo, con le famiglie italiane e i volontari, i sudamericani si sono seduti a pranzo alla bella tenuta Ladin. Il menù lo hanno preparato i volontari, al di fuori della struttura, una carta apposita per non andare incontro a problemi di infezioni, per esempio senza creme nelle torte. C’erano porchetta e salamelle, pomodori e patate, anguria e uva e salame di cioccolato. Tutto gustosissimo a detta dei commensali, tra i quali anche il parroco, che dopo l’abbuffata si sono divertiti o riposati. C’è chi si è steso all’ombra di un albero, chi si è messo a cantare, chi si è accovacciato a bordo piscina. Sennonché dopo due-tre ore alcuni hanno accusato dei dolori e il sacerdote ha deciso di chiamare il 118. La macchina dei soccorsi ha lavorato per cinque ore in maniera continua. Sono arrivate due ambulanze inviate dalla Croce bianca di Paullo, una dalla Croce bianca di Melegnano, una dalla Croce rossa di Lodi, e due automediche da Lodi e Sant’Angelo. Sul luogo sono intervenuti l’Asl di Lodi, i carabinieri della stazione di Zelo e i Nas che stanno eseguendo gli accertamenti.

Emiliano Cuti

Matteo Brunello

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