Kennametal, dove si fabbrica il futuro

Taglio del nastro per l’azienda meccanica ad alta tecnologia

Una porta sul futuro tra i capannoni di Sesto Ulteriano. Ieri ha iniziato la sua attività in via Lombardia Kennametal Italia. Seimila metri quadrati di stabilimento dove si lavorano, ma sarebbe meglio dire si progettano, i “bulloni” del terzo millennio. Utensili e componenti tecnologici per l’industria che trovano impiego nella produzione automobilistica, ferroviaria, aerospaziale, ingegneristica, energetica, stradale, medica, mineraria e altro.

Elementi primi fatti di tungsteno, titanio, acciai di nuova generazione, che poi vanno in altri processi industriali e consentono, per fare qualche esempio chiaro, di sostenere l’industria Fiat, Ferrari, Alenia, Bosch, General Electric. Kennametal, marchio americano fondato nel 1938 (la bandiera a stelle e strisce sventola all’ingresso accanto al tricolore), ha spostato a San Giuliano linee di produzione capaci di far partire sulle vicine tangenziali e autostrade cinque milioni di pezzi all’anno.

L’Italia è stata la prima Nazione oltreoceano dove il capostipite Philip McKenna portò la produzione - per la precisione in via Morivione a Milano, dove è stata fino a sabato scorso - e l’Italia è oggi al centro di un mercato, quello europeo meridionale, che nei sobbalzi della lunga recessione mondiale, va bene.

L’innovazione infatti serve dappertutto: non si aggancia a un solo segmento di clienti, ma ad un arco flessibile, e può parlare in linea generale di ripresa.

«Chiudiamo l’anno fiscale 2010, che termina a giugno 2011, con un utile complessivo di 45 milioni di euro - ha riassunto ieri Carlos M.Cardoso, presidente e Ceo del gruppo - che percentualmente significa un avanzamento del trenta per cento rispetto al 2009, momento centrale della crisi. In termini di mercato dell’industria dei materiali, Kennametal detiene un segmento pari al 13 per cento. Il traguardo? In un anno e mezzo salire al quindici e migliorare anche i tempi di consegna, un problema prettamente italiano legato all’ubicazione e alla metratura della vecchia sede milanese».

Kennametal Italia, industria d’avanguardia dove non ci sono nastri trasportatori e rulli, ma ambienti ordinati, quasi “chirurgici”, è costruita come successione di reparti dove si parte dalla materia prima (in genere leghe di carbonio) e poi si sottopongono gli inserti, gli utensili realizzati a controlli dimensionali, di resistenza e di rispondenza alle richieste del cliente.

I valori di produzione, 5 milioni, non sono comunque indifferenti; ma è chiaro che uno stabilimento dove ogni pezzo è in un certo senso “unico” non lavora con piante organiche sterminate.

«Kennametal Italia impiega duecento lavoratori (11mila in tutto il mondo, ndr) - hanno aggiunto Gèrald Goubau, direttore generale per l’Europa, e Simone Pratesi, responsabile del mercato Europa sud ovest- ma i dati che indicano una ripresa in via di consolidamento chiedono uno scenario di nuovi tirocini professionali e nuove assunzioni. Negli ultimi anni abbiamo avuto 176 tirocinanti e 45 inserimenti di professionisti laureati».

Nel pomeriggio all’inaugurazione ufficiale del nuovo stabilimento di San Giuliano è intervenuto il sindaco Alessandro Lorenzano accompagnato nella circostanza da alcuni esponenti dell’amministrazione comunale.

Emanuele Dolcini

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