In ritardo il pronto soccorso pediatrico

Il pronto soccorso pediatrico di Lodi è ancora fermo al palo. L’Azienda ospedaliera aveva annunciato che sarebbe stato consegnato ai bambini della città entro la primavera scorsa, poi aveva assicurato che sarebbe stato inaugurato l’1 ottobre. Così non è stato. I lavori ora sono terminati, ma manca il personale infermieristico professionale. E alla fine dell’anno non ci saranno più nemmeno gli operatori pagati dagli Amici di Serena. I soldi del progetto sono finiti.

Il direttore generale Giuseppe Rossi ha già in mente la soluzione per uscire dall’impasse: «Non è una questione di risorse – dice -, ma dopo le festività dei defunti il pronto soccorso pediatrico aprirà». L’associazione “Amici di Serena” guidata da Maristella Abbà non è così ottimista. In questi sei anni l’associazione ha messo sul piatto 300mila euro, ricavandoli per oltre il 50 per cento da risorse proprie, il resto soprattutto dai contributi della Fondazione della Banca popolare di Lodi e per una piccola parte dalla Fondazione comunitaria. Le risorse sono servite per pagare tre operatrici socio sanitarie che si occupano di accompagnare i genitori con i bambini ammalati dal pronto soccorso alla pediatria, aiutandoli anche nell’intrattenimento di altri figli al seguito e occupandosi di quanto serve. Insomma, una sorta di alternativa al vero e proprio pronto soccorso pediatrico.

Giovedì gli Amici di Serena hanno incontrato l’amministrazione ospedaliera. «Noi abbiamo finito i soldi per finanziare le tre operatrici, il 31 dicembre il loro contratto scade – spiega Abbà – e l’Azienda ospedaliera, in questo momento, non è in grado di garantire altre figure. Vogliamo porre il problema alla città perché il servizio offerto in questi anni non si perda. Dal pronto soccorso passano oltre 10mila bambini all’anno. È un servizio importante di cui la città ha bisogno. Avere un pronto soccorso pediatrico fa la differenza. I casi critici possono venire assistiti subito, non si perde tempo a portare il bambino in pediatria, dove magari bisogna aspettare il medico, finendo anche per intasare il reparto. Nel pronto soccorso pediatrico ci sarebbe un pediatra fisso in pronto soccorso, tutti i giorni, per 10, 12 ore al giorno, nelle fasce principali della giornata. Per aprirlo mancano un infermiere e le tre oss. Noi chiediamo il sostegno della città perché il servizio possa partire». Rossi, dal canto suo ribadisce: «Noi crediamo in questo progetto – dice -. Il reparto avrebbe potuto già essere aperto, i lavori sono finiti da 15 giorni; ci sono state delle difficoltà, ma non è un problema di risorse. A novembre, in accordo con gli Amici di Serena, le cose andranno a posto».

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