Il pane avanzato a moschea e Caritas

Il pane in più, che rimane sugli scaffali del suo negozio, Abdou Abd El Azim lo divide: metà va alla moschea e metà alla Caritas. Il suo impegno per i più poveri, quelli che fanno fatica a procurarsi l’essenziale, è noto in città. Eppure, il panettiere egiziano la cui vetrina si affaccia piazza che sta davanti alla scuola, ormai da anni ha consolidato in silenzio una tradizione.

Abdou è schivo a parlarne, ma a San Giuliano la sua generosità è nota. E parte dal principio etico che il pane non si butta mai via. «Non lo faccio perché penso sia una cosa bella, ma solo perché me lo dice la coscienza - spiega il panettiere egiziano -, visto che ci sono tante famiglie con bambini, italiane e straniere, alcune delle quali magari non hanno lavoro, allora io divido tra parrocchia e moschea i miei prodotti, per dare una mano a chi ha bisogno. C’è gente che ha oggettivi disagi, io ho la possibilità di fare qualcosa per loro, lo faccio volentieri». Gli esempi di collaborazione che continuano ad arrivare dall’attiva associazione culturale Sabil, che riunisce la popolazione araba di San Giuliano, sono numerosi.

Lo dimostra la scuola di arabo, che consente a chi desidera imparare la base della lingua di poter frequentare le lezioni con insegnanti che si sono messi a disposizione della comunità. Anche in passato il sodalizio si è fatto parte attiva in numerose occasioni.

Come nelle emergenze neve, quando spontaneamente di fronte a fioccate di carattere straordinario gli esponenti dell’associazione di Sabil con pala in mano hanno dato un aiuto a ripulire le strade, affiancandosi ad altri volontari.

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