«Hanno rovinato nostro figlio»

La testa spuntava già, ma hanno aspettato più di 3 ore per farlo nascere. Così il piccolo Riccardo è venuto alla luce con gravi lesioni cerebrali. La denuncia, che presto sarà valutata dai giudici, arriva dai genitori santangiolini, G. C. (28 anni) e D. S. (38) che, disperati, si sono rivolti ad un avvocato. Dopo la richiesta di risarcimento civile, già inoltrata, questa settimana il loro caso finirà sul tavolo della procura.

«La perizia di parte - commenta il legale di Sant’Angelo Simona Callegari - conferma il racconto dei genitori. La procura poi valuterà se ci sono state delle negligenze, ma stando al parere del medico la risposta è affermativa». Il bambino, secondo l’accusa, è rimasto troppo tempo senza assistenza. «La mamma è entrata in sala parto alle 19.16 dell’8 settembre - spiega l’avvocato -. Da quando si è completata la dilatazione, alle 22.45, sono passate 3 ore e 15 senza che venisse fatto nulla. Sono sopraggiunte delle complicazioni, ma non è stata presa la decisione di intervenire con il cesareo. Alle 2 circa, finalmente, si sono affrettati, cercando di far nascere il piccolo con due ventose. La prima, infatti, si è rotta e hanno dovuto ricorrere alla seconda. Alle 2.05 il bambino è nato, ma era sofferente, di colore nero, ipotonico e con sforzo respiratorio assente. L’hanno ventilato con la maschera e il pallone; 10 minuti dopo, troppo secondo il perito, hanno deciso di intubarlo e portarlo in rianimazione. È rimasto lì fino alle 4.30 quando l’hanno trasferito al Niguarda».

Il danno però, per l’accusa, era stato già fatto. «Secondo il perito - precisa l’avvocato - il bimbo ha subito una grave asfissia, oltre a gravissime e irreversibili menomazioni. All’arrivo all’ospedale Niguarda era ipotonico, con deviazione del capo a destra, soggetto a episodi di apnea e desaturazione. La risonanza effettuata in sesta giornata ha riscontrato una encefalopatia ipossico-ischemica di grado severo. Sempre secondo il medico anche la decisione di trasferire il neonato a Niguarda sarebbe stata presa tardi e con respiro non assistito».

La relazione del medico è precisa. Secondo quest’ultimo «le conseguenze della malpratica sono sotto gli occhi di tutti. I primi esami - recita la relazione del perito - mostrano alterazioni elettriche devastanti a carico dell’encefalo, con impossibilità a riconoscere il sonno e con la presenza di attività epilettiforme. La diagnosi è stata riconfermata dalle risonanze successive, le quali evidenziano danni al diencefalo, alla sostanza bianca e alla corteccia cerebrale. Allo stato attuale le conseguenze future non sono ipotizzabili, ma il perito è sicuro di non essere smentito quando dice che il bambino necessiterà di assistenza 24 ore su 24 per il resto dei suoi giorni».

Lo specialista esclude anche «una parziale autonomia del piccolo». «Per quanto mi riguarda - aggiunge Callegari -, io mi baso sul parere dei medici, individuare le responsabilità non è compito mio. Lasceremo alla procura di decidere se ci sono state delle responsabilità».

I genitori del piccolo Riccardo, intanto, chiedono che sia fatta giustizia. Il suo caso viene alla ribalta proprio quando 14 tra medici e ostetriche sono finite sul registro degli indagati della procura di Lodi per la morte del piccolo David di Mediglia che martedì scorso è morto, sempre a Vizzolo, 12 ore dopo la nascita. Secondo il papà di Riccardo, anche l’8 settembre ci sono stati altri casi difficili in sala parto, ma la notizia per ora non è confermata.

«Hanno rovinato nostro figlio - lamenta D. S. -; dobbiamo considerarlo un bambino speciale. Riccardo è rimasto 28 giorni all’ospedale, adesso è a casa, ma 3 volte a settimana andiamo al Niguarda per la visita. Mio figlio è epilettico e prende due farmaci al giorno. È rimasto 11 minuti e mezzo senza respirare. Alle 23.30 si vedeva già la testa spuntare, eppure è stato espulso con la ventosa alle 2.05. Noi chiedevamo come mai lo lasciassero lì, chiedevamo il cesareo, ma ci dicevano che ci sarebbero voluti 40 minuti per organizzare la sala parto e altri per chiamare il reperibile. Mia moglie ha iniziato la fase espulsiva alle 22.30, all’1 lei era sfinita. Quella sera c’erano 7 donne in travaglio e 3 in sala parto, con una sola ostetrica e un solo ginecologo in turno. Gli operatori dovevano andare da una donna all’altra».

Tra l’1.30 e le 2 hanno deciso di farlo nascere, «ma la situazione del piccolo appariva già molto grave per l’inutile tempo trascorso, tant’è vero che nella sala parto - racconta il papà - si trovavano già pronti il primario, il pediatra, la ginecologa, l’ostetrica e 3 infermiere. Quando finalmente mio figlio veniva alla luce non respirava, non piangeva e mostrava colorito nero. Ora non sappiamo se il piccolo camminerà e parlerà. La gravidanza è sempre stata perfetta, non c’era mai un esame fuori posto. Riccardo è il nostro primo figlio; quando è nato pesava 2 chili e 990 grammi. L’unica speranza, ora, è che Dio metta una mano sulla nostra testa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA