Furti d’arte: in manette ladri e antiquario

Seguendo 2 pregiudicati i carabinieri arrivano a Mulazzano

Furti d’arte nelle chiese: tre arresti dei carabinieri del nucleo regionale per la tutela del patrimonio artistico di Monza a Mulazzano. A finire in manette mercoledì, in flagranza di reato i primi due, e con la refurtiva in casa il terzo, tre milanesi: un 43enne, M.T., un 65enne, A.C.., che si è dichiarato eroinomane e in attesa di pensione, e un 63enne domiciliato a Mulazzano, G.R., che ha dichiarato invece di lavorare da circa 15 anni come antiquario presso i mercatini del settore, tra il Milanese e Castelleone.

I militari al comando del capitano Andrea Mari avevano intercettato nei pressi di Lecco una Volkswagen blu, di proprietà di un assicuratore milanese, segnalata come sospetta per alcuni furti, e l’avevano seguita. A bordo il 43enne e il 65enne, disoccupati e con precedenti per reati contro il patrimonio, che si erano fermati davanti a due chiese, compiendo visite “da devoti” e andandosene a mani vuote. I due però avevano proseguito la loro gita sul lago fino a Chiavenna, dove, entrati nella chiesa di Santa Maria, erano usciti poco dopo con un borsone. Per la precisione, il 65enne era rimasto all'ingresso del tempio a fare da “palo”, il più giovane invece aveva prelevato, si è poi scoperto, una testa d'angelo e due fregi dorati.

I carabinieri hanno continuato a seguire la coppia che a Lecco ha lasciato la superstrada ed è ritornata in una delle due chiese visitate a inizio giornata: quella di San Cipriano e Giustina, dove, anche in questo caso con l'insospettabile “palo” all'ingresso, il più giovane si era trattenuto per alcuni minuti ed era poi uscito con un altro borsone. Contenente per l’accusa cinque candelabri in argento.

I due hanno poi concluso la giornata in via Pandina a Mulazzano, dove hanno suonato al campanello di una villetta e l'antiquario li ha accolti. Nemmeno un minuto, e hanno citofonato i carabinieri.

In casa, il borsone con i fregi della chiesa di Chiavenna mentre i candelabri sono stati ritrovati solo con una seconda perquisizione, dato che erano già stati nascosti sotto un armadio. Nell'abitazione anche la moglie dell’antiquario, che ha accusato un malore.

All’udienza di convalida degli arresti, i due accusati di furto, difesi dall’avvocato Massimo Trisolini di Lodi, hanno ammesso i fatti. Il più giovane, che sostiene di avere un figlio di otto anni da mantenere, ha negato di conoscere direttamente l’antiquario anche se ha fatto intendere che da anni compiva queste “visite” nelle chiese assieme al 65enne, conosciuto tempo fa in un Sert di Milano. Il 65enne ha raccontato di aver conosciuto l'antiquario una decina di anni fa, sempre a Milano.

L’antiquario, in attesa di giudizio a Milano per un episodio simile datato 2004 («Anche se il pm ha chiesto l’assoluzione»), ha negato di aver mai sospettato che i piccoli oggetti d'arte che i due gli portavano potessero essere rubati. A difendere il 63enne di casa a Mulazzano l'avvocato Gianmarco Baini di Reggio Calabria. Le indagini, viste le dichiarazioni in aula, proseguono.

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