Diventa cieco, viene sospeso dal lavoro

L’appello al proprietario dello stabilimento a Ossago:

«Il signor Ferrari si metta una mano sul cuore

e mi aiuti a rientrare in fabbrica»

«Chiedo ai signori Ferrari di Ossago di mettersi una mano sul cuore». A lanciare l’appello è un 46 enne di Cervignano che ha perso la vista ed è stato sospeso dal lavoro. V. G. una moglie disoccupata e una figlia di 15 anni, dopo 3 anni part time all’industria casearia Ferrari, si trova senza lavoro. Secondo la nota azienda lodigiana, «si è trattato di un obbligo di legge». L’uomo, però, non si rassegna. «Non voglio fare polemica o attaccare l’azienda - dice -, non è nelle mie intenzioni. Il mio è semplicemente un appello. Chiedo che gli imprenditori si mettano una mano sul cuore e pensino alla mia situazione».

L’uomo, addetto al confezionamento dei formaggi, era stato assunto nell’ambito delle categorie protette, come figlio di invalido di guerra. «Non ho mai dato problemi - racconta -. A maggio ho iniziato a non vedere. Scampato il rischio di avere un brutto male, mi è stata diagnosticata una patologia degenerativa che la commissione medico legale dell’Asl mi ha riconosciuto come cecità». La cartella clinica dell’ospedale di Melegnano del 3 giugno parla di «paziente gravemente ipovedente». La commissione, invece, lo definisce «cieco, con residuo non superiore ad 1/20 in entrambi gli occhi, con eventuale correzione». Ottenuto il responso della commissione l’uomo ha contattato la ditta che gli ha proposto di fare 2 settimane di ferie durante le quali avrebbe dovuto recarsi alla visita con il medico aziendale. «Il 27 settembre - racconta infatti - mi sono presentato alla visita. Il medico mi ha detto di essere permanentemente inabile alla mansione. Poco dopo mi hanno fatto firmare una raccomandata a mano nella quale mi sospendevano dal lavoro senza retribuzione». V. G. si è rivolto a un avvocato, ma al momento «senza successo. Preferisco essere io - dice -, a chiedere di persona al commendator Ferrari di riprendermi a lavorare, di darmi la possibilità di riscattarmi come essere umano, lavoratore, padre e marito. Mi è capitata questa tragedia e grazie all’Unione italiana ciechi di Lodi ho già imparato a fare molte cose. Vorrei riuscire a dimostrare che i non vedenti possono dare ancora molto alla società. Non cerco denaro e gloria, non voglio fare del vittimismo, solo chiedere, da uomo a uomo di tendersi la mano. Esistono delle leggi, per le quali la Regione mette a disposizione i fondi, per assumere i non vedenti come centralinisti. Con l’invalidità prendo 400 euro al mese e mia moglie è stata licenziata; come faccio a sopravvivere?». A replicare per la Ferrari è il dirigente Carlo Gendarini: «Dopo l’accertamento del medico del lavoro - spiega - siamo stati obbligati a sospenderlo. In questo momento poi abbiamo in atto dei contratti di solidarietà, la legge ci impedisce di assumere nuovi operatori. Abbiamo cercato tramite la cooperativa che si occupa di pulizie e movimentazione merci di dare lavoro alla moglie. Ora stiamo avviando la procedura per l’interruzione del rapporto di lavoro. Il nostro centralinista è anche un receptionist, non è la mansione adatta per il signore. Abbiamo fatto semplicemente ciò che siamo obbligati a fare e anche qualcosa in più».

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