«Difende Berlusconi, l’Amè si dimetta»

Assessore sotto accusa dopo la presenza alla trasmissione “Exit”

«Caro Assessore alle pari opportunità, non potendo chiederti di sconfessare una posizione assunta davanti alle telecamere ti chiediamo di dimetterti per la dignità della tua posizione e per quella delle giovani donne che dovresti rappresentare». L’istanza, protocollata nella giornata di ieri, è stata messa nero su bianco in una lettera aperta, sottoscritta dalle consigliere comunali di San Donato Gabriella Achilli (della lista civica “Noi per la città”) e Antonia Broglia (Pd), insieme al gruppo di militanti democratiche. Le firmatarie hanno così reagito alla difesa del premier sul caso Ruby espressa dall’Amé, insieme ad un gruppo di sostenitori locali, nel corso della trasmissione del piccolo schermo “Exit”, condotta da Ilaria D’Amico, che è andata in onda il 6 aprile. In particolare, l’esponente della giunta sandonatese nel corso della diretta, attraverso alcuni collegamenti, ha preso la parola, insieme ad un gruppo di sostenitori di Berlusconi, i quali hanno confermato il loro appoggio al presidente del consiglio. «Nei tuoi confronti - scrivono le promotrici della richiesta di dimissioni, rivolgendosi all’assessore - abbiamo sempre nutrito la stima di chi apprezza il tuo percorso fatto di militanza, di autentica passione politica, di autonomia di giudizio e di scelta. Tante cose ci dividono, non il modo di concepire la dignità della politica». E in un altro passaggio, aggiungono: «Per profilo e per percorso, ti vedevamo distante dalla cultura di coloro i quali si sbracciano in queste ore per difendere il Presidente del Consiglio ma, ora, a seguito della partecipazione alla trasmissione televisiva “Exit”, ti abbiamo scoperto, con dispiacere e quasi con sgomento, purtroppo allineata, in modo a tratti sguaiato, a quanti annaspano miseramente davanti ai microfoni e alle telecamere, legati a brandelli di potere e dimentichi di ogni dignità». Nelle battute finali le rappresentanti del centrosinistra locale chiedono in coro: «Compi un atto di dignità, ricorda che il tuo ruolo ti impone di rappresentare tutte le donne della nostra città, non solo quelle che appartengono alla tua parte politica, e di essere coerente con le battaglie che hai idealmente sostenuto fin qui». Dall’altra parte la destinataria della lettera ha replicato convinta: «La dignità non si misura solo con le parole, ma con i fatti, ed io le azioni concrete le dimostro 365 giorni all’anno, in modo trasversale con iniziative a tutte le cittadine sandonatesi. Grosse soddisfazioni le ho ad esempio riscosse con il progetto “Spazio Due” che si rivolge non solo alle donne, ma ad entrambi i generi». L’assessore prosegue dichiarando: «Non sono una femminista, ma una persona che nel proprio ruolo fornisce risposte vere alla città. Mi stupisce questo attacco, in quanto molte battaglie le ho conseguite, anche grazie all’appoggio di persone della minoranza. Auspico che nel futuro possiamo procedere sulla strada imboccata per continuare a fornire risposte alla città. Mi rammarico nel vedere che l’attacco mi arrivi da figure che stimo, dalle quali mi aspetto di essere giudicata sulla politica del fare e non sulla base di posizioni di carattere demagogico».

Giulia Cerboni

© RIPRODUZIONE RISERVATA